Lavoro in Sicilia, ore di cassa integrazione cresciute del 1306%. Persi 67mila posti
Nel 2020 l’andamento economico in Sicilia ha subito un forte peggioramento: è questo il dato, abbastanza prevedibile, che viene certificato dall’analisi della Cgil Sicilia sullo sviluppo degli ammortizzatori sociali. Si segnala un aumento del 1.306,87% delle ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps e un’assenza completa di attività produttiva per oltre 67mila lavoratori.
Le ore di cassa integrazione sono passate da 9.979.450 (Cig più ore di Fis – fondi di solidarietà) del 2019, a 140.397.420 del 2020: 92.304.698 ore di Cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) più 48.092.722 ore dell’assegno ordinario dei fondi di solidarietà. “Oltre l’8% dei lavoratori siciliani sono fuori dal ciclo produttivo – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – un’assenza completa di attività produttiva per oltre 67mila lavoratori, di cui oltre 4.500 in Cigs, 19.200 in Cigd, 20.500 in Cigo e oltre 23.100 nei Fondi di Solidarietà (Fis)”.
In termini percentuali, tra le città siciliane è Ragusa quella che ha fatto registrare la più alta variazione verso l’alto di ore di cassa integrazione (tra ordinaria, straordinaria e in deroga). Questo il dettaglio: Palermo +670,16%; Agrigento +3.934,41%; Caltanisetta +560,34%; Catania +575,30%; Enna +1.694,10%; Messina +1.104,31%; Ragusa +6.426,93%; Siracusa +1.923,95%; Trapani del +4.187,13%.
“Avere un milione di posti di lavoro a rischio in assenza di cassa integrazione, ci deve far riflettere – ha detto il presidente del Centro studi nazionale Lavoro e Welfare, Cesare Damiano – Questa tutela, insieme al blocco dei licenziamenti, va sicuramente prolungata oltre il mese di marzo”.
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