Lo Curto (Udc): “Chiesa e politica regionale, quanta ipocrisia sulla massoneria”
La “scomunica” dell’arcivescovo Corrado Lorefice resta un tema caldo: non tanto per la parte che riguarda mafiosi e condannati ma soprattutto per la parte che riguarda le logge massoniche. Il decreto dell’arcivescovo dispone che “quanti nella nostra Arcidiocesi sono chiamati ad assumere responsabilità nelle Confraternite nella qualità di componenti del consiglio direttivo o del Consiglio del Centro Diocesano per le Confraternite, hanno l’obbligo di produrre il certificato generale e il certificato dei carichi pendenti del Casellario Giudiziale rilasciati in data non anteriore a tre mesi…”.
L’ultima voce di dissenso che si è alzata dal mondo politico regionale è quella di Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc all’Ars che ha diffuso una nota (precisando che si tratta di opinione personale e non riconducibile agli altri deputati aderenti al gruppo parlamentare”: “L’oscurantismo sta diventando il tratto comune di una parte del clero e di una ben definibile area della politica che recentemente in Sicilia con la legge Fava ha inoculato il veleno del sospetto su chi aderisce a logge. Ora, anche la Chiesa, sugli appartenenti alla massoneria si produce in una inaccettabile messa al bando dalle confraternite, al pari dei mafiosi e dei delinquenti, con un provvedimento varato dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. Siamo di fronte ad un inaccettabile atto che è il frutto dello strabico esercizio del ministero evangelico. Gesù cacciò dal Tempio gli ipocriti sepolcri imbiancati e tra tutti i peccatori non perdonò i pedofili che anche nella Chiesa si macchiano del più turpe tra i delitti”.
“La libertà di pensiero e l’esaltazione dei valori umani e di solidarietà che animano la massoneria – prosegue la Lo Curto – si coniugano perfettamente con il dettato evangelico e con l’ecumenismo predicato e testimoniato da Papa Francesco. Mi aspetterei davvero altro che questa incredibile e mostruosa caccia alle streghe. La Chiesa dovrebbe essere aperta a tutti, come il Vangelo di Gesù insegna, e dovrebbe porre fine ai silenzi sui delitti gravi come gli abusi sessuali. Quanto, invece alla legge Fava, attendo ancora assieme al collega deputato Catalfamo, di essere destinatari della sanzione per la mancata comunicazione sull’appartenenza o meno alla massoneria, per adire un tribunale ed arrivare ad un pronunciamento della Consulta su una legge che è discriminatoria, infame e palesemente incostituzionale poiché viola i principi di uguaglianza e di libera associazione”.