Mafia, condanna a 20 anni per Domenico Assinnata: si era pentito ma ha ritrattato

Domenico Assinnata, boss pentito che poi ha ritrattato la sua decisione di collaborare (ai vertici dell’omonimo clan mafioso di Paternò legato alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano) è stato condannato a 20 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione dal Gup di Catania. La condanna rientra nell’ambito dell’inchiesta “Assalto” (condotta da Dda di Catania e carabinieri).

Il Gup, accogliendo le richieste dei Pm Andrea Bonomo e Valentina Sincero, ha condannato a 20 anni anche il suocero del giovane boss, Erminio Laudani, e a 10 anni e 7 mesi Marco Impellizzeri, 12 anni e 2 mesi Gaetano Laudani, e a 10 anni ciascuno Marco Giuseppe Sciacca, Ivan Gianfranco Scuderi, Christian Terranova e Samuele Cannavò. Il Gup ha assolto invece Rocco Anello “per non aver commesso il fatto”.

Assinata era finito al centro dell’attenzione dei media quattro anni fa perché durante i festeggiamenti patronali del 2 dicembre 2015 ci fu un classico dondolamento e ‘inchino” dei portatori di cerei dinanzi all’abitazione di suo padre a cui ha assistito da un balcone. Sull’episodio fu poi intervistato da ‘Le Iene’. ‘Annacata’ (scuotimento) che però il capomafia non avrebbe gradito perché preferisce “non attirare l’attenzione”, come avrebbe detto intercettato.

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