Mafia nel Nisseno, sequestrati beni per 2 milioni di euro al boss Diego Calì
“Oggi lo Stato ha sequestrato definitivamente beni per 2 milioni al boss Diego Calì“. Così Luigi Galleti, sottosegretario all’Interno, sottolineando che “la restituzione alla collettività dei beni confiscati alle mafie rappresenta senza dubbio la risposta più concreta dello Stato alle richieste dei territori e alle esigenze dei cittadini”.
Infatti, dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione, i beni sequestrati al 67 enne di San Cataldo (Caltanissetta) sono stati acquisiti al patrimonio dello Stato. I beni – valore complessivo 2 milioni di euro circa – erano stati confiscati con sentenza della Corte d’appello di Caltanissetta nel 2013.
Nel dettaglio, sono state confiscate una società di pompe funebri e una di commercio di articoli funerari; 3 ville; 6 appartamenti di cui 4 in corso di costruzione; 8 appezzamenti di terreno; 6 magazzini; 14 veicoli; un aereo da turismo; 6 conti correnti; 10 depositi a risparmio; un fondo comune di investimento. Il decreto di confisca è stato esteso anche ai familiari conviventi.
Su Calì, inoltre, sono stati svolti ulteriori accertamenti per l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno.
Le indagini sono partite dopo l’operazione ‘Nuovo mandamento’, scaturita dall’omicidio del boss di San Cataldo Salvatore Calì, avvenuto il 27 dicembre 2008, e del tentato omicidio Stefano Giuseppe Mosca, il 27 novembre 2009, rispettivamente cugino e nipote di Diego Calì. Il 28 dicembre 2009 furono eseguiti 11 arresti. Il 26 febbraio 2010 fu arrestato Diego Calì, detto Dino, e nell’ambito dell’operazione il nucleo investigativo dei carabinieri trovò altre armi sotto un ponte, lungo la Statale 190, nascoste dal gruppo criminale.