Mafia, uccise la sorella che tradiva il marito: arrestato figlio di un boss dopo 26 anni
Giuseppe Alleruzzo (figlio del defunto boss del gruppo di Paternò, Giuseppe) è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la sorella Nunzia, scomparsa nel 1995: alla base dell’omicidio ci sarebbe la volontà di preservare l’onore della famiglia poiché lei tradiva il marito con esponenti sia del loro clan – legato alla “famiglia” Santapaola – che di uno rivale.
La donna era scomparsa il 30 maggio 1995: l’ultima volta venne vista uscire di casa dal figlio di 5 anni insieme allo zio Alessandro. A rivelare che si tratterebbe di un omicidio il racconto di tre “pentiti”, uno dei quali afferma di aver sentito direttamente Alleruzzo ammettere di averla uccisa “per riscattare l’onore della famiglia”.
Il cugino Santo – considerato il reggente del clan fino al suo arresto nell’operazione “Sotto Scacco” – avrebbe invece intimato dal carcere di far ritrovare i suoi resti (poi effettivamente ritrovati nel marzo 1998 in un pozzo a seguito di due telefonate anonime).
Secondo tre ‘pentiti’ – Francesco Bonomo, Antonino Giuseppe Caliò e Orazio Farina – Nunzia Alleruzzo sarebbe stata assassinata dal fratello perché la donna “aveva avuto numerose relazioni sentimentali con componenti del clan, abbandonando il marito”. Secondo Farina, tra gli amanti di Nunzia c’era anche Giovanni Messina, componente del gruppo che aveva ucciso la madre di lei “e che pensava di uccidere suo fratello Alessandro”, afferma. In una intercettazione realizzata nel carcere di Asti, Messina e Salvatore Assinnata confermerebbero tale versione mentre commentano articoli di stampa: “… Alessandro è il mandante…eh…ammazzau…”.
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