Maria Falcone: “La mafia si batte con la scuola. Dietro alle stragi c’erano altri interessi”

“Quando è morto Giovanni ero disperata non solo come sorella, ma come cittadina italiana: temevo venisse meno quello che aveva fatto nella lotta alle mafie. Se ce l’ho fatta è perché ci fu un moto della società civile a suo favore”.

Lo dice Maria Falcone ai giovani in un evento in cui è stata ospite dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna per il progetto conCittadini.

“Quando dieci anni prima della strage di Capaci fu ucciso il Prefetto Dalla Chiesa a Palermo i cittadini dicevano: oggi è morta la speranza – dice Falcone -. Quando fu ucciso Giovanni i bigliettini lasciati dai cittadini di Palermo dicevano ‘tenete viva la speranza’. Falcone aveva ragione: la mafia non si sconfigge solo con la repressione, ma con la scuola, la formazione e la cultura”.

Uno studente del liceo di Parma ha poi chiesto a Maria Falcone dei legami tra la mafia e la P2 di Licio Gelli. “Le inchieste dei magistrati ci hanno confermato che dietro alle stragi mafiose c’erano altri interessi – spiega -. La mafia aveva deciso di uccidere mio fratello a Roma fuori da un ristorante, ma poi i sicari mandati a Roma per uccidere Giovanni sono stati richiamati in Sicilia in seguito a una riunione”.

Anche io sono stata minacciata. Non mi sono mai sentita sola, però, e se continuo a fare quello che faccio è perché sento la gratitudine e la vicinanza di tutti”, conclude.

VIAGGIA DA TRAPANI A OLBIA CON MEZZO CHILO DI COCAINA IN PANCIA: ARRESTATO

INCIDENTE STRADALE LUNGO LA SS 117 BIS, AUTO CONTRO IL GUARDRAIL: MORTO UN 65ENNE

MAFIA, SEQUESTRO DI BENI PER 800 MILA EURO A UN IMPRENDITORE NEL TRAPANESE

Categorie
attualità
Facebook

CORRELATI