Messina, scoperto un maxi traffico di droga tra Sicilia e Calabria: undici arresti

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone (5 delle quali in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 2 di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), accusate di far parte di un’organizzazione criminale che gestiva un maxi traffico di cocaina, hashish e marijuana tra la Calabria e la Sicilia. Uno di loro percepiva il reddito di cittadinanza, mentre il capo della banda sarebbe Gaetano Mauro, figlio del killer del clan Galli di Giostra Carmelo Mauro, assassinato il 22 maggio 2001 in un agguato mafioso con un colpo alla testa.

L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Messina Maurizio de Lucia. Le indagini, condotte dai militari del Gruppo di Messina e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nascono dagli accertamenti effettuati dopo l’arresto, avvenuto il 26 settembre 2018, di due messinesi, sorpresi agli imbarcaderi dei traghetti privati mentre trasportavano oltre due chili e 400 grammi di cocaina e hashish, nascosti nelle fiancate della loro auto.

Il quantitativo di droga sequestrato, l’elevato grado di purezza, pari al 76%, e le modalità operative adottate dagli arrestati, hanno spinto gli inquirenti a ipotizzare che non si trattasse di un episodio isolato. Il 2 febbraio 2019, le Fiamme Gialle, sempre nell’ambito della stessa inchiesta, arrestarono un messinese sorpreso al rientro da Catania, a bordo di un’auto noleggiata con 5 chili di marijuana.

Le indagini sono proseguite per oltre un anno e hanno portato alla scoperta dell’organizzazione criminale che gestiva un grosso traffico di stupefacenti e che aveva la sua base in un’abitazione nel rione Giostra di Messina, operativa 24 ore su 24 grazie ad un sistema di turnazione (e persino straordinari pagati per la “reperibilità”) con canali di approvvigionamento in Calabria, a Catania e nella stessa città dello Stretto. I pusher, per le loro prestazioni, guadagnavano 1200 euro al mese.

Nel corso degli accertamenti, gli investigatori hanno fatto irruzione nell’abitazione di uno degli arrestati, nel Rione Giostra, sorprendendo due fornitori catanesi, oltre al proprietario della casa e il capo dell’organizzazione, e sequestrando altri 5 chili di marijuana. Dall’inchiesta è emerso anche che l’organizzazione aveva la disponibilità di armi.

 

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