Messina, sequestrati beni per un milione di euro riconducibili a due pregiudicati

La Guardia di Finanza di Messina ha sequestrato beni per circa un milione di euro riconducibili a due pregiudicati, Domenico Ofria e Salvatore Pietro Sterrantino, in esecuzione di due distinti provvedimenti emessi dal Tribunale di Messina su richiesta della Dda. Il patrimonio dei due non sarebbe giustificato da fonti lecite di reddito.

Si tratta di immobili della zona residenziale di Barcellona Pozzo di Gotto, un fabbricato a Giardini Naxos e saldi di conti correnti bancari. Ofria è un pregiudicato mafioso di 50 anni, ritenuto elemento di spicco del clan mafioso dei “barcellonesi” e coinvolto nell’inchiesta Mare Nostrum. Gli accertamenti svolti dai militari del Gico hanno accertato che i redditi dichiarati derivavano da un’impresa formalmente intestata a un prestanome, in realtà controllata dal fratello, anche lui uomo d’onore della stessa cosca.

Gli inquirenti parlano di un’impresa mafiosa che si sarebbe avvalsa della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza a Cosa nostra per “sbaragliare la concorrenza, inserendosi in settori economici particolarmente proficui, quali quello dello smaltimento dei rifiuti”. Nei locali della ditta, inoltre, secondo gli investigatori, si sarebbero svolti gli incontri tra i vertici del gruppo criminale.

Salvatore Pietro Sterrantino è un pregiudicato di Giardini Naxos, di 64 anni, condannato per usura e per concorso in concussione aggravata dal metodo mafioso. Avrebbe intascato una tangente di duemila euro da un imprenditore edile per accelerare le procedure burocratiche relative al pagamento degli stati di avanzamento lavori di opere che stava realizzando al cimitero di Giardini di Naxos.

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