Micciché: “Felice per i pescatori, che tristezza Conte e Di Maio”. Cancelleri: “Chieda scusa”

Botta e risposta fra Gianfranco Micciché e Giancarlo Cancelleri nel giorno della liberazione dei 18 pescatori detenuti in Libia. Dopo la notizia arriva anche la dichiarazione del presidente dell’Ars, che – nell’esprimere la propria felicità per la liberazione dei marittimi – non risparmia critiche al premier Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Provo un’infinita felicità nei confronti delle famiglie dei pescatori di Mazara del Vallo liberati dopo oltre 100 giorni di prigionia in Libia, ma provo al contempo una grandissima tristezza nel vedere cosa stanno facendo questi due personaggi, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, che non c’entrano assolutamente niente con la liberazione”.

E Micciché aggiunge: “Che Di Maio fosse una barzelletta lo sapevamo già, non avevamo dubbi, ma non immaginavo Conte. Dopo la figura di m… mondiale che hanno fatto, per cui ci ha riso dietro tutto il mondo, come fanno a non vergognarsi? Si vanno a fare la passerella dopo oltre tre mesi dal sequestro dei pescatori. Questi qua vivono di demagogia e pensano di prendere in giro il mondo. Spero sinceramente, per il bene dell’Italia, che l’accordo prevede che Di Maio resti in Libia per dimostrare che noi italiani siamo coraggiosi, altrimenti è una cosa così ridicola”.

Le parole di Micciché hanno scatenato la risposta piccata del vice ministro a Infrastrutture e Trasporti Cancelleri: “Le dichiarazioni di Micciché, presidente dell’Ars, sono vergognose e mettono in imbarazzo i siciliani e il Governo che in queste ore è ancora in Libia per concludere l’operazione che ha portato a casa i nostri pescatori. Chiedere scusa mi sembra il minimo perché certe frasi non sono giustificabili nemmeno se ironiche. Vergogna”.

E critiche arrivano anche dai deputati del Movimento 5 stelle all’Ars: “Anziché gioire ed esultare per l’attesissima liberazione dei pescatori di Mazara, il presidente dell’Ars Miccichè si è prodotto in un assurdo attacco a Conte e a Di Maio, cui avrebbe dovuto solo dire grazie, come siciliano, e soprattutto , come rappresentante delle istituzioni. Il minimo che dovrebbe fare, oltre che vergognarsi profondamente, è chiedere scusa, non solo ai diretti interessati, ma a tutti gli italiani e ai siciliani in particolare. Il massimo rappresentante di un’importante istituzione come l’Ars farebbe bene, ogni tanto, a dismettere la casacca politica di appartenenza e a operare imparzialmente, come il ruolo gli impone, cosa spessissimo lontana anni luce dagli atteggiamenti tenuti da lui”.

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