Miceli: “La mafia vuole entrare in politica”. E Barbera attacca Lagalla: “Dia una risposta forte”

I candidati a sindaco di Palermo si sono scontrati verbalmente in un confronto moderato dal direttore di “Repubblica”, Maurizio Molinari. Tanti i temi trattati, tra cui quello attualissimo della mafia dopo l’arresto di questa mattina per voto di scambio di Pietro Polizzi.

Fabrizio Ferrandelli, con Più Europa, Azione di Calenda, dichiara: “La mafia vuole mettere le mani sull’amministrazione della città per questo serve una mobilitazione straordinaria a partire dal voto. Ognuno di noi deve dire da che parte stare. Io credo nell’antimafia sociale, credo nel bene comune, credo in un grande processo di riappropriazione dei quartieri. Troppo tessuto viene lasciato nelle mani di cosa nostra”.

Secondo Roberto Lagalla, candidato per il centrodestra, “la tentazione per la mafia di infiltrarsi nei ranghi dell’amministrazione resta viva, per questo tocca proprio alla Pubblica Amministrazione sapersi difendersi. Occorrerà lavorare raddoppiando il nostro sforzo, lavorando sulla sensibilità delle scuola, favorendo l’istruzione, solo l’istruzione rende liberi”.

Quello di Rita Barbera, invece, è proprio un attacco a Lagalla: “E’ il momento di dare una risposta forte. Da settimane aspetto un segno dal candidato a sindaco Roberto Lagalla. In questo periodo si sono dette molte cose ma tutte con lo stesso dichiarato obiettivo: il bene di Palermo. Invece si è riproposto il problema dei problemi: la mafia. Questa mattina è stata riportata alla luce la drammatica realtà delle elezioni. La lista con il soggetti incriminato fa capo a Lagalla e quest’ultimo sbandiera timidamente di non volere voti dalla mafia. Uno dei suoi candidati faceva accordi con i Sansone, fedelissimi di Riina”.

“Non si possono reintegrare persone già condannate”, dichiara Ciro Lomonte. “La mafia non ha più lo stesso consenso che aveva prima, questo non vuol dire che non dobbiamo mantenere alta l’attenzione. Bisogna tenere alta la vigilanza sulle radici, sulle cause, bisogna intervenire negli uffici con grandissima trasparenza” ha aggiunto ” non si possono reintegrare persone già condannate”.

Franco Miceli, sostenuto da centrosinistra e M5S dice che “la mafia non è stata sconfitta. Ha continuato ad operare, ma ha subito grandi sconfitte. Ha un potere violento ma anche economico. Cercare di condizionare la politica: è il suo modo di costruire consensi e mettere le mani su risorse pubbliche. Quello che è avvenuto stamattina dice che la mafia vuole riprendere in mano il controllo della politica. Perché Palermo avrà grandi risorse economiche. Ciò preoccupa. In questa campagna elettorale sono arrivati segnali ambigui. Com’è possibile che un condannato per mafia convochi i dirigenti dei partiti politici cercando di condizionarne le scelte? Bisogna dare una risposta”.

Francesca Donato afferma che “l’interesse della mafia sul voto a Palermo è sempre molto alto, si deve evitare di favorire questo meccanismo per prima cosa controllando chi entra ai seggi con il telefonino. Se diventerò sindaco porterò avanti la lotta alla mafia con ogni strumento. Improntando la gestione amministrativa alla massima trasparenza”.

ARRESTATO UN CANDIDATO AL COMUNE DI PALERMO

VOTO DI SCAMBIO, MAZZARINO SI RITIRA: “LA MIA CAMPAGNA ELETTORALE FINISCE QUI”

VOTO DI SCAMBIO, CONTE: “IL PERICOLO C’É, HO MESSO IN GUARDIA I PALERMITANI”

ARRESTO PER VOTO DI SCAMBIO, IL PLAUSO DI ROBERTO LAGALLA

ATTACCO HACKER AL COMUNE DI PALERMO, UFFICIO ELETTORALE IN DIFFICOLTA’

Categorie
politica
Facebook

CORRELATI