Morte Ylenia Bonavera, la donna che l’ha ferita resta in carcere: convalidato il fermo
É stato convalidato dal Gip di Catania il fermo di Daniela Agata Nicotra. La 34enne, alcuni giorni fa, si era presentata alla polizia (accompagnata dal suo legale di fiducia) ammettendo di aver ferito la 24enne Ylenia Bonavera – poi deceduta – con un coltello da cucina al culmine di una lite in strada, che era stata ripresa con dei cellulari da passanti. Secondo i primi esiti dell’autopsia la vittima sarebbe deceduta per un’emorragia scaturita da una coltellata ricevuta alle spalle (“shock metaemorragico acuto, secondario a lesione a tutto spessore del secondo tratto dell’arteria ascellare di destra”).
L’indagata ha sostenuto la tesi della legittima difesa. La Procura di Catania (come si legge in una nota) sostiene che la “pugnalata è stata inferta con forza e determinazione ai danni della vittima nel corso di una violenta lite scaturita per ragioni sentimentali”. Il fermo era stato emesso dalla Procura ed eseguito tre giorni fa dalla squadra mobile, per la morte di Ylenia Bonavera, avvenuta cinque giorni fa all’ospedale Garibaldi. Il Giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta dei Pm Fabrizio Aliotta e Michela Maresca, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere; con l’accusa di omicidio volontario aggravato da precedente relazione affettiva.
Secondo quanto riferito dal suo difensore, Nicotra ha detto di essere stata ferita da Ylenia a un occhio, che le sanguinava, dopo che l’aveva rimproverata perché, a suo dire, era ancora una volta in preda all’uso di droga e alcool. La vittima aveva in mano una bottiglia di birra con la quale, ha aggiunto la donna, avrebbe cercato di colpirla ancora e per questo avrebbe preso un coltello da cucina, che aveva in auto, e l’avrebbe usato per difendersi e poi è andata via.
Durante le indagini della squadra mobile della Questura sono stati denunciati in stato di libertà per il reato di favoreggiamento personale alcuni dei presenti all’accaduto che, pur non concorrendo nel delitto, hanno aiutato la responsabile dell’omicidio ad eludere le investigazioni dell’autorità fornendo false informazioni alla polizia giudiziaria. Responsabilità emerse, in forma ancora più palese, a seguito dell’acquisizione del noto video che riprende le tragiche fasi dell’aggressione e da cui si evince che alcune persone, presenti durante le fasi dell’omicidio, hanno falsamente dichiarato di non aver assistito alla scena.
Nel 2017, Ylenia, durante l’aggressione subita dall’ex che aveva tentato di darle fuoco – Alessio Mantineo, 25 anni, condannato a 10 anni in appello – aveva riportato ustioni nel 13 per cento del corpo ed aveva perso il bambino che aspettava. Durante il processo prese le sue difese considerando dell’ex come un gesto una prova d’amore e per questo fu rinviata a giudizio a Messina per favoreggiamento e falsa testimonianza. La prossima udienza era fissata per il marzo del 2021.
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