È morto il giudice Alberto Di Pisa: fu implicato nella vicenda del “Corvo di Palermo”
È morto nella notte il giudice Alberto Di Pisa, che da tempo malato combatteva contro un tumore. Il magistrato è deceduto nella propria abitazione, poche ore dopo le dimissioni dall’Ospedale dove i medici avevano constatato che non c’era più nulla da fare. Proprio per questo ieri era circolata, con spiacevole anticipo di qualche ora, la notizia della sua morte, smentita dai familiari.
Di Pisa, 78 anni, nella sua carriera da magistrato, è stato spesso all’attenzione dell’opinione pubblica. Nel 1982 fece parte del pool antimafia di Rocco Chinnici dopo il trasferimento a Palermo. Tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta fu accusato di essere uno dei protagonisti di una delle pagine più scure della politica italiana, la vicenda del “Corvo di Palermo”: il giudice fu condannato nel 1992 in primo grado a un anno e sei mesi. Nell’estate “dei veleni” il Corvo imbuca sei lettere anonime indirizzate alle più alte cariche della Repubblica che accusano Giovanni Falcone di aver trasformato il pentito Salvatore Contorno in un killer di Stato per stanare Totò Riina.
Nel 1989 l’Alto commissario Domenico Sica indica una impronta digitale di Di Pisa rinvenuta nei messaggi. Di Pisa viene quindi trasferito d’ufficio a Messina e dopo, la condanna, nel 1992 sospeso dal servizio. Verrà infine assolto nel dicembre del 1993 per non avere commesso il fatto.
Nello Musumeci, presidente della regione Sicilia, ha espresso il suo cordoglio: “Con lui scompare un illustre giurista da sempre in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata. L’ho conosciuto subito dopo il mio insediamento a Palazzo Orleans e, avendone apprezzato il rigore morale e la competenza amministrativa, l’ho nominato commissario straordinario del Libero consorzio di Agrigento, dove ha profuso con tenacia il proprio impegno. Alla famiglia del magistrato va il mio più sentito cordoglio, al quale unisco la vicinanza della comunità siciliana”.