Morto suicida il giudice Cesare Vincenti, ex capo dei Gip del Tribunale di Palermo

L’ex capo dell’ufficio del Gip di Palermo, Cesare Vincenti, si è suicidato lanciandosi dal balcone della sua abitazione, in via Mario Rapisardi a Palermo. Appena due settimane fa, aveva partecipato alla festa di commiato per il suo pensionamento (a cui avrebbero partecipato solo il personale amministrativo del suo ufficio e un magistrato). Vincenti questa mattina era in casa con la figlia: gli investigatori hanno sequestrato le immagini di videosorveglianza per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

L’ex capo dei gip e suo figlio Andrea (avvocato civilista) erano indagati dai magistrati di Caltanissetta dal mese di giugno con le accuse di corruzione e rivelazione di notizie riservate nell’inchiesta sulla presunta fuga di notizie a favore dell’ex patron del Palermo Maurizio Zamparini. L’ex patron avrebbe appreso da una “talpa” della richiesta di arresti domiciliari a suo carico, poi evitati con le immediate dimissioni dal Cda del club rosanero.

I sospetti dei magistrati erano ricaduti dunque su Vincenti e sul figlio del giudice, che ha avuto un incarico presso la società rosanero, in quanto facente parte dell’organismo di vigilanza del club previsto dalla legge 231 del 2001. Vincenti era andato in pensione il 19 giugno scorso, una settimana dopo le perquisizioni a suo carico.

L’avvocato Paolo Grillo (legale di famiglia) sottolinea però come le motivazioni del gesto non siano da legare al coinvolgimento nell’inchiesta: “L’avviso di garanzia e le indagini della procura di Caltanissetta non hanno nulla a che vedere con quanto successo oggi poiché Vincenti era affetto da un anno dalla depressione. Era refrattario alle cure. Il presidente Vincenti aveva grandi competenze – prosegue Grillo – Certamente neanche il fatto che fosse andato in pensione è la causa di quanto accaduto”.

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