Movimento 5 Stelle, da Grillo a Forello la fotografia di un disastro annunciato
Il Movimento 5 Stelle si lecca le ferite ma rischia anche di lacerarsi perchè il tracollo in Sardegna – la sconfitta non può essere chiamata in altro modo – era ampiamente annunciato ed è frutto di spaccature interne che già da tempo sono evidenti.
Se perfino Grillo – nel suo spettacolo a Catania – ha fatto autocritica (“Forse non siamo all’altezza”) figurarsi quale sia il tenore del dibattito interno. Dalla Sicilia alla Lombardia le situazioni sono più o meno le stesse e se è vero che il test della Sardegna non è “politico” ed è parziale è anche vero che alle prossime elezioni si rischia di assistere a un risultato ancora peggiore.
Il Movimento 5 Stelle ha saputo intercettare la protesta ma non ha saputo portare avanti la proposta. Da partito di Governo ha fatto tanti errori, schiacciato dalla esuberanza di Salvini da un lato e vittima delle sue stesse altisonanti e improponibili promesse. Da opposizione a partito di Governo le cose sono radicalmente cambiate.
In Sicilia il folto gruppo di deputati all’Ars continua a dirsi disponibile ad appoggiare l’azione di Governo di Musumeci – se solo Musumeci lo volesse – ma probabilmente non ha ancora preso contezza di come sia spaccata la base in tutte le latitudini dell’isola.
Palermo è uno de casi “di scuola”: già quasi subito dopo le elezioni comunali il consigliere Igor Gelarda ha cambiato casacca, sparando a zero sul movimento e indossando la maglia della Lega di Salvini. E il resto del gruppo – 5 consiglieri – si è frammentato in mille pezzi, con il leader carismatico Ugo Forello – era lui a furor di popolo il candidato a sindaco del Movimento 5 Stelle – sempre più solo. Non rinnega la sua appartenenza al Movimento 5 Stelle ma da tempo dice di non riconoscersi più in molti dei comportamenti dei leader nazionali e regionali.
Forello commenta sulla sua pagina Facebook il risultato elettorale e già dall’incipit – La sindrome dello struzzo – esterna il suo malumore misto a rabbia. Fa ironia sul Pd, si stupisce che la Lega possa affermarsi in Sardegna ma in realtà racconta il fallimento di un Movimento che ha perso 3 voti su 4 e che difficilmente saprà ritrovare e diffondere l’entusiasmo con cui negli ultimi anni ha saputo coinvolgere fette consistenti di elettori.
“Adesso che i risultati sono definitivi, si possono trarre le conclusioni – scrive Forello -. La diagnosi è: sindrome severa dello struzzo che, di fronte ad un pericolo imminente o una difficoltà, nasconde la testa sotto la sabbia. C’è un fermo rifiuto di tutto ciò che è legato al senso di responsabilità personale, collettiva, sociale e politica, non si vuole guardare in faccia la realtà e riconoscere gli errori commessi per ripararne gli effetti; al contrario, invece, si tende a costruirsi una “verità” di comodo. Il risultato è un continuo rimpallo di responsabilità, di azioni, di decisioni.
Chiedo, chiediamo, nuovamente, che si apra un confronto libero e schietto tra i portavoce del Movimento e tra questi e la base. Tanti di quelli che sono o sono stati i nostri elettori ce lo chiedono. A volte chi si nasconde, chi sfugge dalle proprie responsabilità è proprio chi, invece, dovrebbe dirigere l’azione. E il risultato rischia di essere disastroso.
Sembra una scena del teatro dell’assurdo, il M5S, ridotto a meno del 10%, superato da un partito – armata Brancaleone – dal nome “PD” e, addirittura, dalla Lega (Nord) in un isola come Sardegna… Siamo sicuri che l’immunità garantita a Salvini, il caso Diciotti, i porti chiusi, la condotta del governo sul tema dei diritti fondamentali della persona, il clima di odio e intolleranza ormai diffuso nel paese e, più in generale, il patto giallo-verde non siano stati indigesti al nostro elettorato? C’è una crisi identitaria che va affrontata. Non si può continuare a fare finta di nulla… come gli struzzi…