Non è l’Arena, “operazione confusione” tra numeri, “scoop”, risate e… uccelli

Operazione verità? È sembrata più che altro operazione confusione. D’altro canto, invitare l’ex Governatore Rosario Crocetta per la seconda domenica consecutiva a parlare di fatti e numeri della Sicilia è come chiedere a Dracula di redigere lo statuto dell’Associazione Donatore volontari di sangue.

Che cosa deve dire Crocetta, che è stato indicato quasi all’unanimità il peggior presidente della Sicilia, che ha aggravato pesantemente il bilancio senza procedere a riforme degna di nota? Crocetta si è limitato a qualche frase di circostanza, peraltro abusata durante il suo Governo, ha riso e sorriso per quasi tutto il tempo (ma che c’era da sorridere?) e come unico scoop ha parlato degli uccelli in affitto a Palazzo d’Orleans, quello sì che ha fatto ridere i presenti, tra battute e malevoli retropensieri.

Massimo Giletti, conduttore di Non è l’Arena, approfondimento giornalistico di La7, ha condotto la nuova puntata dedicata alla Sicilia con meno acrimonia nei confronti di Gianfranco Miccichè, “bersaglio” della prima puntata, ma con analoga demagogia. Con l’aggravante di aver dato spazio di rilievo, seduto sul “trespolo” al centro dello studio, al deputato regionale Vincenzo Figuccia, invitato probabilmente per avere scritto una lettera aperta – “apertamente” contro Miccichè – ma che in trasmissione non ha contribuito neanche per una virgola al dibattito sui “guasti” della Sicilia.

Chi scrive ha più volte – nel corso degli ultimi trent’anni – sottolineato tante assurdità di questa terra, molte delle quali commesse con la complicità della politica siciliana e altre con la complicità di uno Stato che ha dimenticato il meridione. Come ad esempio nel caso delle infrastrutture ferroviarie, tirate in ballo in trasmissione come specchio di una Sicilia che non funziona (vero), dimenticando di dire però che su certi temi lo Stato è molto più colpevole della Regione.

Questa volta ho preferito scrivere tra il serio e il faceto, sapendo che l’ironia ha volte ha il dono della chiarezza e il privilegio della “scorciatoia” in termini di comprensione. Purtroppo non era ironico il palese ragionamento dell’imprenditore milanese che, poco ci voleva, e faceva distinzione tra le razze del Nord e quelle del Sud.

Sui numeri della Sicilia, in ogni caso, non sappiano nulla di più ma apprezziamo che Giletti questa volta abbia difeso con meno vigore le fonti in suo possesso. Anche perchè, in una fantasmagorica opera di demolizione delle affermazioni di Miccichè, quei dipendenti regionali che secondo il presidente dell’Ars sarebbero diminuiti da 27.000 a 11.000, secondo i calcoli volanti di Crocetta e Figuccia invece sarebbero diventati svariate decine di migliaia, inserendo di tutto e di più.

Giletti si è comunque confermato grande conoscitore dello strumento televisivo, al quale presta la sua affabile e melensa eloquenza, probabilmente confortato anche dagli indici di ascolto. Tra ammiccamenti, pause e frasi ad effetto riesce a gestire lo “spettacolo giornalistico”.

P.S.: Qualcuno della produzione di Non è L’Arena può spiegarmi perchè gli interventi di Miccichè al “microfono” della Di Girolamo sono stati sottotitolati mentre Crocetta e Figuccia – tra “tippententi” e “ragaffi di Ficilia” – no?

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