Omicidio di Acitrezza, il padre di Vanessa: “Sciuto stava sempre davanti casa nostra”

Stava sempre davanti casa nostra. Era convito di essere un padre padrone“. A parlare è Carmelo Zappalà, il papà di Vanessa, la ragazza uccisa la notte del 22 agosto ad Acitrezza, e il riferimento è all’ex fidanzato della figlia, Antonino Sciuto, l’uomo che ha sparato e poi si è impiccato.

Nei primi giorni del giugno scorso, Sciuto era stato arrestato in flagranza di reato per stalking e maltrattamenti in famiglia da parte dei Crabinieri intervenuti dopo la denuncia di Vanessa. “Dopo una notte in caserma, il 7 giugno, un martedì, e una di interrogatorio, arriva il giudice e lo manda a casa con gli ‘arresti domiciliari’ – dice il signor Carmelo -. Inutili”.

“Perché tre giorni dopo, il sabato, era il 13 giugno, ce lo ritroviamo tra i piedi, ma con un provvedimento altrettanto inutile: l’obbligo di non avvicinarsi a mia figlia per 200 metri – continua – . È questa l’Italia che vogliamo?”. Il colonello Piercamine Sica, comandante del Reparto operativo del comando provinciale di Catania, prova così a ricostruire la vicenda: “In linea con la Procura di Catania era stato posto ai domiciliari ed è stato scarcerato dal Gip che aveva disposto nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di avvicinamento”.

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