Omicidio in provincia di Enna, la Cassazione: “C’erano le attenuanti”. Si torna in appello

Era stato condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per l’omicidio – con il metodo della lupara bianca – dell’autotrasportatore Giuseppe Bruno, strangolato nel 2004 e il cui corpo era stato dato in pasto ai maiali.

Adesso la Cassazione ha accolto il ricorso della difesa ed ha riconosciuto l’attenuante del delitto d’impeto, rinviando le carte alla Corte d’appello di Catania per la rideterminazione della pena. A Maurizio Giuseppe Nicosia, arrestato nel 2017, era stata inflitta la massima pena perché gli erano state contestate le aggravanti dei futili e abietti motivi.

Giuseppe Bruno aveva da poco rilevato una tabaccheria a Villarosa, in provincia di Enna, all’interno della quale furono ritrovati i suoi oggetti personali nel giorno in cui di lui si erano perse le tracce.

Le indagini, archiviate e riaperte per ben 3 volte, avevano accertato che l’uomo si era recato nella masseria di Maurizio Nicosia con la sua jeep, circostanza confermata dallo stesso Nicosia secondo cui però Bruno era andato via pochi minuti dopo.

Le indagini erano state riaperte nel 2015 dalla Dda di Caltanissetta sulla base delle rivelazioni del pentito Santo Nicosia, cugino di Maurizio Nicosia. Bruno aveva chiesto il saldo di un prestito da 90 mila euro, fatto ad un familiare di Maurizio Nicosia e ci sarebbe stata una violenta discussione al culmine della quale il pregiudicato lo aveva strangolato con una corda.

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