Omicidio Rocco Chinnici, oggi il 38° anniversario. Musumeci: “La sua memoria è viva”

Il 29 luglio 2021 è il giorno del 38° anniversario dell’attentato mafioso di via Pipitone Federico in cui persero la vita il magistrato Rocco Chinnici, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato dell’Arma, Salvatore Bartolotta, il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi e diverse persone, tra civili ed agenti della scorta, rimasero ferite.

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ricorda così il magistrato: “A Rocco Chinnici si deve una delle più acute intuizioni per il contrasto alla mafia: superare la frammentazione di conoscenze e competenze tra magistrati ed investigatori per rendere efficace ed efficiente la lotta a Cosa Nostra. Dal pool antimafia alla Direzione distrettuale antimafia e, oggi, alla Procura europea la sua memoria è viva ogni giorno nei fatti e nelle vittorie riportate dallo Stato sulla criminalità organizzata”.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, oggi è stato presente alla commemorazione: “La strage di via Pipitone Federico, con un’autobomba che segue all’eccidio di Ciaculli del 1963 e precede le terribili stragi del 1992, ha contribuito a manifestare la violenza del sistema di potere politico-affaristico-mafioso. Rocco Chinnici resta nella storia della magistratura italiana ma anche della cultura del diritto“.

“La sua intuizione del lavoro in pool dei magistrati antimafia, nonostante i tanti ostacoli, e la sua frequente presenza nelle scuole costituiscono pietre miliari del cammino di resistenza anche culturale e di liberazione del nostro paese nei riguardi della mafia – continua – . Fare memoria di quella terribile strage è atto di solidarietà nei confronti dei familiari di tutte le vittime e quindi anche Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi, ma interpella anche la coscienza di tutti noi a tenere alta la guardia e a considerare sempre in agguato il pericolo che la mafia assurga a sistema dominante, infiltrandosi nel gangli vitali dello Stato, e compromettendo libertà, democrazia e valori costituzionali del nostro paese”.

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