è civino al clan cappello catania confiscato il patrimonio di un detenuto

Associazione mafiosa e spaccio di droga, nove arresti a Carini

Nel Palermitano è avvenuta una vasta operazione antimafia condotta dalla Polizia di Stato con l’obiettivo di disarticolare i vertici della famiglia mafiosa di Carini.

Gli investigatori della Squadra Mobile, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo, hanno arrestato nove persone accusate, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini hanno permesso anche di evidenziare come gli esponenti della famiglia mafiosa di Carini controllassero in modo capillare il territorio, sottoponendo ad estorsione gli operatori economici della zona. Questi ultimi, prima di intraprendere qualsiasi attività, dovevano, inoltre, ottenere una sorta di ‘autorizzazione’ preventiva da parte della famiglia.

Tra gli arrestati dell’operazione antimafia c’è Antonino Di Maggio, ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Carini. Gli agenti della squadra mobile sono risaliti a lui grazie alle intercettazioni e alle dichiarazioni degli ultimi collaboratori che hanno cominciato a squarciare il velo sugli affari della cosca.

A Carini negli ultimi anni sono stati messi a segno i più grossi sequestri di droga. Il nome del nuovo capomafia era emerso nel corso dell’operazione che aveva consentito l’arresto di Alessandro Bono, titolare di pompe funebri accusato di traffico di stupefacenti. Lo scorso anno nella zona industriale è stato fatto il più grosso sequestro di droga: 1470 chili di hashish che viaggiavano sui tir.

I NOMI DEGLI ARRESTATI – Oltre ad Antonino Di Maggio, 55 anni, originario di Torretta e considerato il reggente della famiglia mafiosa di Carini, fino al momento del suo arresto, avvenuto nel 2016, in carcere sono finiti Vincenzo Passafiume, 69 anni, Salvatore Amato, 68 anni, Antonino Vaccarella, 39 anni, Salvatore Lo Bianco, 25 anni, Giuseppe Daricca, 29 anni e Giuseppe Patti, 45 anni. La misura della custodia cautelare in carcere riguarda anche, appunto, Antonino Di Maggio, Fabio Daricca e Alessandro Bono, già detenuti.

Le indagini – coordinate dalla Dda e portate avanti dalla Mobile guidata da Rodolfo Ruperti – hanno anche avuto il supporto delle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, Gasapre Pulizzi, Francesco Briguglio e Antonio Pipitone.

“NESSUNA COLLABORAZIONE DAGLI ESERCENTI DELLA ZONA” – “Non abbiamo ricevuto alcuna forma di collaborazione da parte degli esercenti e degli imprenditori della zona. La pressante attivita estorsiva emerge esclusivamente dalle attività tecniche di indagine”. Così il capo della Squadra Mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti. “Le estorsioni sono diffuse, non siamo riusciti a identificare singoli episodi – ha affermato Antonio Minissale, dirigente della sezione ‘criminalità organizzata’ della Mobile di Palermo – ma emergono in modo chiaro dalle intercettazioni soprattutto i discorsi legati al denaro e al suo passaggio proveniente da questa attività”.

Categorie
attualità
Facebook

CORRELATI