Orlando e il “fuoco amico”: dopo Alajmo, anche Dragotto attacca il sindaco
L’imprenditore Tommaso Dragotto ha acquistato un’intera pagina del Giornale di Sicilia per protestare contro l’amministrazione comunale del capoluogo siciliano, riportando alcune foto della città in preda ai rifiuti.
“Al Signor Sindaco di Palermo prof. Leoluca Orlando, Io penso che…” è il titolo della pagina con questo testo:
“Signor Sindaco, vorrei porLe qualche domanda: se decidessi di visitare le città d’arte quali Firenze, Madrid, Barcellona e le trovassi in queste condizioni, Lei pensa che ritornerei a visitarle? Signor Sindaco, pensa veramente che i cittadini di Palermo possano ancroa sopportare questo stato di degrado? Io e tutti i cittadini palermitani aspettiamo di conoscere come Lei intende risolvere, radicalmente, questo problema”.
L’acquisto di una pagina di giornale per criticare – perché di critica si tratta – il sindaco Leoluca Orlando è un’azione eclatante da parte di Dragotto, candidato sindaco nel 2012.
Da rimarcare, inoltre, che negli ultimi tempi è parso evidente un riavvicinamento tra l’imprenditore e il primo cittadino ma questa pagina ora sembra evidenziare la fine dell’idillio.
E per Orlando si tratta del secondo ‘attacco’ in pochi giorni, dopo la replica di Roberto Alajmo alla bocciatura del sindaco sul suo operato come direttore artistico del Teatro Biondo.
Il primo cittadino, infatti, durante i lavori della rassegna ‘Una Marina di libri’, ha attaccato lo scrittore e giornalista, accusandolo di “non essere riuscito a fare di Palermo la città del teatro”, alludendo al mancato conseguimento del titolo nazionale da parte del Biondo.
Alajmo ha risposto così al sindaco sulle pagine di Repubblica Palermo: “Pensavo di essermi guadagnato con lavoro, risultati e riservatezza l’esenzione dalla presa per il culo. Ma purtroppo no […] Credo che il sindaco masticherà e sputerà anche lei nel giro di pochi mesi (riferendosi all’attuale direttrice del Biondo Pamela Villoresi, n.d.r.). È nella sua natura, e in quest’ultimo mandato si è capito che non tollera più neanche il minimo distinguo alla sua narrazione trionfalistica”.
E poi la chiosa finale: “È quindi con grande amarezza che ora mi assumo la mia responsabilità di avere sostenuto un sindaco che si circonda solo di persone che non lo contraddicono mai, e comunque dopo un po’ si stanca di giocarci e li divora”.