Orlando e la parabola del trasversalismo: una “corsa” di 40 anni giunta al… capolinea
Eravamo all’inizio degli anni ’80: un “trasversalismo” allora decisamente innovativo (penta ed esacolore) fu all’origine delle sue fortune politiche; adesso, circa 40 anni dopo, il “trasversalismo” politico rischia di essere politicamente la pietra tombale di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, a tratti “re”, catalizzatore del consenso eppure mai assurto a leader nazionale come qualcuno avrebbe previsto allora.
“Chi di trasversalismo colpisce, di trasversalismo perisce”, verrebbe allora da dire. E il voto in Consiglio Comunale sul bilancio di previsione, nell’ultimo giorno di un disgraziato 2020, sembra essere la fotografia più realistica. In estrema sintesi, un emendamento del gruppo di “Italia Viva” ha modificato una previsione di spesa da destinare al co-finanziamento delle linee tranviarie, dirottando invece una buona parte delle risorse al ripristino del manto stradale delle vie cittadine, da tempo immemorabile veri e propri percorsi di guerra; all’acquisto di alcuni loculi cimiteriali per porre fine all’indecenza delle oltre 600 bare accatastate ai “Rotoli”; per la manutenzione di alcune scuole cittadine da tempo pericolanti.
Scelte sicuramente improntate al buon senso, che probabilmente interpretano correttamente alcune delle emergenze della città, ma che hanno colto di sorpresa l’assessore alla Mobilità, Giusto Catania, rappresentante della sinistra più radicale che negli ultimi anni, prendendo sempre più le sembianze di un moderno Rasputin, è riuscito ad “imporre” a Leoluca Orlando alcune scelte che hanno reso il sindaco-zar inviso a commercianti ed imprenditori. L’imposizione della Ztl, anche in un periodo di pandemia, non è piaciuta a tanti. Così come hanno fatto discutere e ironizzare parecchio le piste ciclabili che hanno dimezzato le carreggiate di alcune strade cittadine.
Inoltre, l’idea di realizzare una nuova rete tranviaria in città, visto lo scarso successo delle linee già esistenti, ha suscitato nella cittadinanza più di qualche perplessità anche per effetto dei cantieri eterni che hanno sventrato il cuore della città e che quasi mai hanno rispettato le scadenze.
Come tutte le grandi avventure, anche quella di Leoluca Orlando volge al suo termine. Il suo mandato di sindaco scadrà nella primavera del 2022 e Orlando non potrà ricandidarsi, essendo al secondo mandato consecutivo. Il problema da capire è come trascorreranno questi 18 mesi. Il “trasversalismo” che ha fatto capolino a Sala delle Lapidi, potrebbe stritolarlo.
Leoluca Orlando, bisogna riconoscerlo, è stato il primo politico italiano che dall’interno della Democrazia Cristiana, lanciò una sfida aperta e coraggiosa alla mafia, soprattutto nei confronti di quella che aveva le sembianze della politica e si annidava nei palazzi. Da sindaco, però, non è riuscito a debellare certe sacche di malaffare che – così raccontano le inchieste degli ultimi anni -ancora allignano a Palazzo delle Aquile.
Nei prossimi giorni vedremo quali nuovi equilibri si cercherà di dare all’amministrazione della città. Intanto, tra la mannaia del Covid e le mille emergenze, si naviga a vista. E il mare è agitato.