Palermo, due imprenditori delle pulizie in manette: l’accusa è bancarotta fraudolenta

Due imprenditori del settore delle pulizie sono stati arrestati a Palermo dalla Guardia di Finanza con l’accusa, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, omesso versamento di Iva e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Si tratta dei fratelli Vincenzo e Liborio Abbate, rispettivamente di 49 e 53 anni, per i quali il gip di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari.

Nell’ambito dello stesso provvedimento è scattato il sequestro di beni e somme di denaro per complessivi 650 mila euro, l’intero capitale sociale e relativi beni aziendali di 3 società per oltre 1 milione e 700 mila euro. È coinvolta nelle indagini, anche se non colpita dal provvedimento cautelare di oggi, la madre degli imprenditori, di 77 anni, che era formalmente, dal 2016, a capo della società poi fallita.

Secondo quanto emerso nelle indagini legate all’operazione denominata “Clean Up”, i due imprenditori avrebbero infatti svuotato l’impresa originaria (nata nel 1986) e creato un sistema di ‘scatole cinesi’ con un’unica regia, riconducibile agli indagati. Un sistema “nell’ambito del quale – spiegano gli investigatori – le persone giuridiche coinvolte erano una la continuazione aziendale dell’altra, con analogo oggetto sociale, soci e coincidenza di sedi operative ed assets aziendali”.

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