Palermo, arrestato il candidato di Fratelli d’Italia: “Lagalla non ha più scuse”. Le reazioni
L’arresto del candidato al Consiglio comunale di Palermo di Fratelli d’Italia, Francesco Lombardo ha destato scalpore. Soprattutto visto che è arrivato a pochissimi giorni da quello di Pietro Polizzi, candidato però nella lista di Forza Italia, e a 48 ore dal voto.
Dal mondo della politica arrivano le prime reazioni:
Mariella Maggio, segretaria provinciale di ArticoloUno parla di “due candidati della destra al Consiglio comunale arrestati nel giro di quarantotto ore per aver cercato i voti della mafia è un record senza precedenti e ora Roberto Lagalla non ha più scuse. È inutile che continui a dire che la sua porta resterà chiusa per i mafiosi. Deve arrendersi all’idea che li ha già in casa, riconosca che non può garantire la difesa della legalità dall’assalto mafioso e si assuma la responsabilità politica di tutto quello che sta accadendo”.
Claudio Fava, deputato regionale e candidato alle primarie del centrosinistra, dichiara: “Evidentemente il centrodestra a Palermo pensa che i voti non abbiano odore e che quelli della mafia magari valgano doppio. Ha fatto bene Lagalla a non andare al ricordo di Giovanni Falcone: Palermo non lo merita come sindaco”.
Fabrizi Ferrandelli, candidato a sindaco di Palermo, dice: “Noi sappiamo da che parte stare. Noi stiamo dalla parte della legalità, della giustizia. Non ci piace squalificare gli avversari sulla base di incidenti giudiziari, ma abbiamo detto con molta chiarezza che l’iniziativa politica che noi stiamo perseguendo ha una base fondante che è quella dei beni comuni contro Cosa Nostra. Oggi, dopo avere festeggiato il trentennale della Strage di Capaci non possiamo permetterci di ritornare ad anni bui. Si voterà per il sindaco dei prossimi dieci anni di Palermo e questa città deve sapere di potere essere in mani sicure, in buone mani”.
Anthony Barbagallo, segretario regionale del PD Sicilia, afferma: “E ora Roberto Lagalla fermi la sua folle macchina. Il secondo arresto per 416-ter a Palermo nel giro di 48 ore, l’ultimo giunto a poche ore dal silenzio elettorale prima del voto di domenica, è un fatto di una gravità inaudita senza precedenti nella storia”.
Per Giancarlo Cancelleri, Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, “con l’arresto di Francesco Lombardo candidato nelle liste di Lagalla si fa più densa e minacciosa l’ombra della mafia in cerca di profili politici per mettere le mani nella città. Questo nuovo arresto conferma, semmai ce ne fosse stato di bisogno, l’opacità della coalizione che sostiene Lagalla già formata, in parte, da persone che hanno subito gravi condanne”.
Francesca Donato, candidata a sindaco della lista Rinascita Palermo, lo considera “un pessimo segnale che purtroppo conferma appieno i timori di ingerenze mafiose nel voto per il sindaco ed il Consiglio comunale di Palermo. La scelta dei candidati di lista non può trascurare il vaglio accurato del profilo etico e morale della persona”.
Giusto Catania, assessore al Comune di Palermo e candidato di Sinistra Civica Ecologista, afferma: “Se Lagalla accetta il sostegno elettorale di due condannati per mafia, quali Cuffaro e Dell’Utri, è ovvio che vi siano candidati in Consiglio Comunale della sua coalizione che considerino naturale chiedere i voti ai boss mafiosi. Due arresti in tre giorni per voto di scambio sono il segno di una degenerazione della coalizione che sostiene Lagalla il quale ha, ormai, le ultime ore per dire che non accetta i voti organizzati dai condannati per mafia e dai boss mafiosi”.
Francesco Boccia, responsabile Enti locali nella segreteria nazionale del Pd dice che “alla luce di quello che sta succedendo in queste ore a Palermo, risultano ancora più sconcertanti le parole di Tajani e Schifani. La verità è che la destra non riesce ad emanciparsi dal proprio passato e Lagalla rappresenta la restaurazione di un centrodestra che non riesce a prendere le distanze politiche e culturali dalla regia di Cuffaro e Dell’Utri”.
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