Palermo, bocciata in Consiglio Comunale la delibera sul raddoppio dell’Irpef
La bocciatura è arrivata oggi, dopo l’assenza di numero legale della scorsa settimana. Una bocciatura netta.
La delibera è quella che prevedeva il raddoppio dell’addizionale Irpef per i palermitani e che era un punto fondamentale di quel Piano di Riequilibrio che per mesi, in Consiglio Comunale, ha creato grosse polemiche tra maggioranza e opposizione.
Questa volta c’era il numero legale e i voti contrari al provvedimento sono stati 17. Sei gli astenuti e solo tre i voti a favore.
Il Piano di Riequilibrio, non ancora formalizzato a Roma, avrebbe pesantemente vincolato l’attività amministrativa della Giunta Comunale di Palermo per i prossimi 20 anni. Tanti i punti su cui si era battuta l’opposizione che riteneva irrealizzabili gli obiettivi messi nero su bianco dalla Giunta, a cominciare dalla riscossione dei tributi. E poi c’era il punto relativo al raddoppio dell’Irpef che avrebbe di fatto penalizzato i cittadini per i prossimi 20 anni.
Giulia Argiroffi e Ugo Forello, componenti del gruppo Oso che ha guidato l’opposizione negli scontri d’aula con la maggioranza hanno commentato: “Non saranno i cittadini a dovere pagare ancora i disastri dell’amministrazione Orlando. La bocciatura della proposta di aumento delle tasse é avvenuta in maniera trasversale, in un’aula consiliare condizionata da pressioni mediatiche, e ha decretato il fallimento della sua amministrazione dopo avere registrato anche l’abbandono della nave, ormai alla deriva, anche da parte dei fedelissimi, quelli ufficiali e quelli travestiti. È il risultato di una condotta colpevole e scellerata del sindaco che ha causato negli ultimi anni un buco di oltre 275 milioni e che ha deciso di non intraprendere e condividere con il Consiglio alcun percorso di vero risanamento della macchina comunale, delle partecipate e dei servizi. L’aumento delle tasse ai cittadini, così stando le cose, sarebbe stato solo funzionale ad alimentare il sistema clientelare e di sperperi di Orlando. Pertanto ne chiediamo le sue immediate e definitive dimissioni da Sindaco”.
I consiglieri comunali del gruppo Italia Viva Dario Chinnici, Francesco Bertolino, Paolo Caracausi, Carlo Di Pisa e Totò Orlando, hanno commentato: “Sarà evitata l’ennesima stangata ai cittadini che si sarebbero visti raddoppiare le tasse senza avere nulla in cambio. A essere bocciata è stata l’arroganza di questa Amministrazione che ancora una volta era pronta a mettere le mani nelle tasche dei palermitani per coprire i propri fallimenti. Adesso chiediamo che l’intero piano di riequilibrio e il conseguente accordo con lo Stato vengano rivisti e discussi dal prossimo sindaco con più autorevolezza”.
Igor Gelarda, capogruppo Lega al Consiglio Comunale: “Non si può continuare a navigare a vista come ha continuato a fare questa amministrazione comunale. Si è trattato dell’ennesimo tentativo di mettere le mani in tasca ai palermitani. Ma questa volta il consiglio ha detto no. Resta una sola cosa al sindaco Orlando, sindaco di questa città che lui ha portato al fallimento, di dimettersi ancora prima che si voti a giugno. Come pure dovrebbero dimettersi tutti gli altri attori ti hanno portato la città a questo punto cioè gli assessori della sua giunta”.
Franco Miceli, candidato a sindaco di Palermo per l’area progressista: “La bocciatura della delibera Irpef, oggi in Consiglio Comunale, è una brutta notizia per la città e allontana l’approvazione dei bilanci, strumento indispensabile per garantire servizi e lavori pubblici, ma anche per tanti lavoratori e lavoratrici. Al di là del merito, molto complesso, della vicenda del piano di riequilibrio, non si comprende perché lo stesso Consiglio abbia prima approvato un piano di riequilibrio che prevedeva un aumento IRPEF per, poi, rifiutare la delibera conseguente e persino la possibilità di rendere il tributo proporzionale al reddito, consentendo così di non gravare sulle categorie più fragili. Chi gioca sulla pelle della città dovrebbe invece unirsi al grido di chi, come me e i gruppi della mia coalizione (PD, Movimento 5 Stelle e Sinistra Civica Ecologista più i movimenti civici), da settimane afferma l’insufficienza delle misure di sostegno decretate a Roma e la necessità di un impegno diverso e migliore da parte del Governo Centrale, se vogliamo rilanciare i servizi in città. Chi oggi ha bocciato la delibera IRPEF non dice dove prenderebbe i soldi per approvare i bilanci: così è troppo comodo ed è solo propaganda elettorale, che i cittadini sanno riconoscere”.
Carolina Varchi, candidato sindaco Fratelli d’Italia: “Solo 3 voti a favore, sintomo che la maggioranza che ha sostenuto Orlando non esiste più. La sinistra palermitana è ormai all’angolo e le prossime elezioni ne sanciranno l’uscita di scena. Adesso abbiano almeno il coraggio di portare in Consiglio una delibera che sia in grado di sorreggere il piano di riequilibrio, se davvero son convinti che sia meglio del dissesto per via di questa elemosina che Orlando ha ottenuto da Draghi. Io credo che vogliano soltanto allontanare il rischio di essere chiamati a rispondere delle proprie responsabilità come amministratori, cosa che il dissesto comporterebbe in automatico. Bene hanno fatto i consiglieri di Fratelli d’Italia a votare contro questa delibera, la nostra posizione è chiara nei confronti degli elettori: no all’aumento delle tasse, l’amministrazione non può far pagare ai cittadini le proprie incapacità”.
Marianna Caronia, che si è astenuta sulla delibera: “La città corre sempre più verso il dissesto finanziario, che qualcuno pensa di poter trasformare in una medaglia da appendere alla giacca. Che l’amministrazione Orlando abbia fallito sotto pressoché ogni punto di vista è sotto gli occhi di tutti. Oggi avevamo l’opportunità di evitare il dissesto, che porta in automatico tutte le tasse e i costi di tutti i servizi ai massimi di legge e da cui sarà difficilissimo uscire. Avevamo la possibilità, se solo la politica avesse scelto di assumersi la responsabilità dei propri atti, di approvare un Piano di riequilibrio che, seppur doloroso, avrebbe lasciato ancora aperti degli spiragli per poter lavorare al futuro di Palermo. Potevamo approvare un aumento risibile, di appena lo 0,5% che non avrebbe influito sulle tasche dei cittadini quanto invece influiranno gli aumenti dei servizi a domanda individuale e il contemporaneo blocco di tanti servizi comunali essenziali cui andremo incontro impedendo lo straordinario dei dipendenti e nuove assunzioni. Oggi è un giorno triste per Palermo, condannata da Orlando al declino e condannata da una parte della politica a rimanere per lunghi anni nell’inferno che sarà il dissesto.”
Nicola Scaglione, segretario generale aggiunto del Csa-Cisal: “La bocciatura della delibera mette a rischio il piano di riequilibrio che avrebbe evitato il default del Comune. La Giunta e il Consiglio comunale trovino un punto di incontro che consenta di confermare gli interventi previsti per i lavoratori, tra cui l’aumento delle ore per i part time, perché necessari a evitare il dissesto funzionale dell’ente e il fallimento dei servizi alla città. In caso contrario, a pagarne il prezzo saranno i lavoratori e i contribuenti”.
Leonardo Canto, consigliere comunale: “Con la votazione di oggi il Consiglio comunale di Palermo ha finalmente bocciato la delibera proposta dalla Giunta che prevedeva l’aumento della aliquota dell’addizionale Irpef all’1,6 per il 2022 e il 2023, nonché la possibilità di effettuare ulteriori aumenti senza limiti nel caso che le entrate previste non corrispondessero a quelle poi effettivamente realizzatesi. La bocciatura pone la parola fine sul principio illiberale per il quale siano i cittadini a dover pagare con le proprie tasse tutti i disastri di questa amministrazione. Ma vi è di più: finalmente il Consiglio comunale inizia a ravvedersi circa la scellerata scelta di approvare, la notte del 31 Gennaio scorso, questo Piano di riequilibrio. Il primo trimestre del 2022 ha visto crollare di 10 milioni di euro le entrate tributarie dell’ente, laddove le previsioni fantasiose del piano prevedevano un sensibile aumento invece delle stesse entrate: la delibera proposta dalla Giunta, oggi finalmente bocciata, prevedeva una ‘clausola di salvaguardia’ in regione della quale il Consiglio comunale poteva aumentare senza alcun limite la detta aliquota in ipotesi le entrate previste non fossero poi corrispondenti a quelle realizzate (circostanza che si sta già verificando). Siamo felici di constatare che molti colleghi di diversi partiti abbiano cambiato la loro posizione rispetto alla precedente votazione in cui è caduto il numero legale e riteniamo che si tratti di un primo passo che possa definitivamente far tramontare l’idea di questa Amministrazione di seguitare a sostenere tutti i provvedimenti collegati a questo piano approvato il 31 Gennaio da una maggioranza ‘trasversale’ e dal quale molti finalmente oggi, dentro e fuori l’Amministrazione, iniziano a prendere le distanze”.
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