Palermo, dissequestrata la palestra Virgin: non ci sarebbe il rischio crollo
L’immobile che ospita la palestra Virgin in via Ventura a Palermo è stato dissequestrato su disposizione del gip Fabio Pilato (La struttura resta comunque chiusa in virtù del Dpcm attualmente in vigore). La notizia ha fatto subito il giro dei social, scatenando il tam tam dei soci della struttura.
Secondo il giudice l’immobile sarebbe sicuro: non sussisterebbe il pericolo di crollo. Ma sempre secondo il giudice i lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti in violazione della normativa edilizia, perché non venne chiesta la concessione edilizia, ma fu presentata la sola dichiarazione di inizio attività, circostanza che fece risparmiare 59mila euro di oneri di urbanizzazione. La somma, a differenza dell’edificio, resta infatti sotto sequestro.
Viene accolta dunque (in parte) la tesi dell’avvocato difensore Sergio Monaco, mentre la Procura aveva espresso parere contrario. Per gli inquirenti, nella fase di ristrutturazione del palazzo sarebbero stati commessi una serie di abusi edilizi nella realizzazione di un piano della struttura e in violazione delle norme antisismiche. La difesa (che ha depositato le relazioni di due consulenti) sosteneva invece l’assenza di illeciti procedurali nell’iter e che non sarebbe stato necessario il permesso di costruire, come ritiene l’accusa, bensì era sufficiente la dichiarazione di inizio lavori perché nella ristrutturazione dell’immobile non c’è stato alcun aumento di volume.
Nell’inchiesta sono coinvolti il titolare della Euroleasing spa (la società proprietaria dell’immobile) Filippo Basile, Antonino Lo Duca (progettista e direttore dei lavori) Tommaso Castagna (titolare della società esecutrice dei lavori) e i funzionari del Comune Giuseppe Monteleone, dirigente responsabile dello Sportello Unico delle attività produttive, Antonino Zanca e Sergio Marinaro che hanno istruito la pratica. I primi tre sono accusati di abusi edilizi. I funzionari comunali sono accusati di abuso d’ufficio.
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