Palermo, giovani modelle e prostituzione minorile: gli indagati non rispondono al gip
Francesco Pampa e Massimiliano Vicari, i due titolari di un’agenzia di modelle finiti in carcere una settimana fa con l‘accusa di aver gestito un giro di prostituzione (anche minorile), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip di Palermo Fabio Pilato. Gli interrogatori di Pampa e Vicari si sono svolti utilizzando le piattaforme on line dopo i casi di contagio da Covid tra i detenuti nel carcere Pagliarelli.
L’indagine è partita dalle dichiarazioni di una giovane che ha iniziato a lavorare all’età di 15 anni con i due uomini. Secondo gli investigatori, Pampa e Vicari, approfittando del rapporto di fiducia (anche con i genitori) e di aver mantenuto le “promesse” in merito alla loro crescita professionale e vittorie in vari concorsi, avrebbero abusato sessualmente di alcune modelle, “cedendole” poi anche ad amici e clienti conosciuti durante gli eventi in cambio di denaro.
Nello specifico, Pampa (agente di moda) è accusato di violenza sessuale nei confronti di minorenne, prostituzione minorile, induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenne; Vicari (titolare di un’agenzia che presta servizi di promozione e supporto sul web) è accusato di prostituzione minorile ed induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenne. Pampa è difeso dall’avvocato Renzo Sanseverino e Vicari è difeso dall’avvocato Giovanna Manto. Un terzo indagato, Filippo Giardi, accusato di aver avuto un rapporto a pagamento con una minorenne e che si trova ai domiciliari, si era già avvalso della facoltà di non rispondere qualche giorno fa.
PALERMO, MORTE CEREBRALE PER UNA BIMBA DI 10 ANNI
CASO “SPARTACUS”, SENTENZA RIBALTATA: ASSOLTI CROCETTA E ASSESSORI