Palermo, il Consiglio Comunale approva il piano di riequilibrio. E l’Aula si spacca

Il Consiglio Comunale di Palermo ha approvato il piano di riequilibrio. L’esito della votazione è stato di 14 favorevoli (su 22 presenti), un contrario e sette astenuti. Hanno votato favorevolmente PD, Sinistra Comune, Avanti Insieme e M5S mentre si sono astenuti Oso, Lega e Italia Viva. Il voto contrario è del presidente del Consiglio Comunale, Salvatore Orlando.

Il documento presentato dall’Amministrazione, oggetto di feroce battaglia politica già da parecchi giorni, da un lato dovrebbe evitare il formale dissesto dei conti del Comune ma vincola pesantemente i bilanci dei prossimi 20 anni per via di un accordo con lo Stato – che sarà perfezionato nei prossimi giorni – che da un lato prevede l’erogazione di somme per il capoluogo ma dall’altro impone un aumento di tasse e tributi che porteranno, ad esempio, l’addizionale Irpef alla percentuale più alta in Italia. È previsto, infatti, un aumento di coefficiente dell’1,56 per il 2022 (il doppio dell’anno scorso) e dell’1,73 per il 2023 e così via per i prossimi 20 anni: per i contribuenti palermitani l’aumento si traduce in 49 milioni di euro di aumenti nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023.

Un tema scottante che ha tenuto l’aula impegnata per oltre quattro giorni, con momenti di grande tensione politica. Non c’è dubbio che questa delibera, che costringerà i cittadini a ripianare un bilancio che anno dopo anno è diventato fuori controllo, aprirà laceranti ferite sul piano politico, sociale ed economico.

Il sindaco, Leoluca Orlando, e la Giunta comunale commentano così: “È stato approvato il Piano di riequilibrio economico-finanziario proposto dalla Giunta, evitando il dissesto e che potrà essere adesso occasione di riorganizzare la macchina comunale e di intensificare l’attività di lotta alla evasione fiscale”. Ma l’Aula si spacca e sono diverse le reazioni “contrarie”.

Igor Gelarda, Marianna Caronia e Alessandro Anello, consiglieri della Lega, dicono: “Dopo quasi 30 ore di Consiglio comunale è stato approvato il Piano di riequilibrio del Comune di Palermo. Che eviterà alla città di fallire, ma comporterà l’immediato raddoppio dell’Irpef per i palermitani. Siamo profondamente dispiaciuti che non si sia trovata una scelta vantaggiosa sul Piano di riequilibrio, che noi non abbiamo votato. Un piano di riequilibrio fantasioso e ingiusto, che raddoppierà l’addizionale comunale IRPEF a tutti i palermitani”.

I consiglieri e le consigliere di Avanti Insieme, Sinistra Comune e Partito Democratico, invece, affermano: “Dopo tre giorni praticamente ininterrotti di consiglio comunale, in cui si sono registrate forti tensioni, l’aula, tranne poche eccezioni, ha convenuto sull’opportunità di salvare la città dal dissesto. A chi ci accusa di “mettere le mani nelle tasche dei palermitani” ricordiamo che l’aumento dell’Irpef è la condizione imprescindibile posta dal governo per firmare l’accordo con i sindaci ed attivare un piano di riequilibrio che potrà essere continuamente riadattato nel tempo”.

Secondo i consiglieri di Forza Italia Andrea Mineo e Giulio Tantillo e di Sicilia Futura, Gianluca Inzerillo, Ottavio Zacco e Catia Meli “l’aumento dell’Irpef è stato scritto e votato dalla sinistra. Il Piano di riequilibrio rappresenta il fallimento politico e amministrativo del decennio targato Orlando. Noi abbiamo cercato di migliorare il provvedimento e ci siamo astenuti su alcuni emendamenti con l’obiettivo di non bocciare il Piano tout court, cosa che avrebbe determinato conseguenze catastrofiche. Abbiamo voluto salvaguardare i lavoratori part time del Comune, mettere la parola fine al precariato e garantirgli il raggiungimento delle 36 ore settimanali. Abbiamo fatto una battaglia durissima a favore della città, non un’opposizione sterile. La finanziaria nazionale permette alla nostra città di accedere a notevoli somme: per questo non abbiamo ritenuto di non iscriverci al ‘partito dello sfascismo e della demagogia’ e di astenerci soltanto su alcuni provvedimenti”.

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