Palermo, la sparatoria allo Zen: altre 4 persone fermate, parla una testimone
Altre quattro persone sono state fermate dalla polizia a Palermo in relazione alla sparatoria avvenuta nei giorni scorsi TRa via Fausto Coppi e via Filippo Patti nel quartiere Zen: ai quattro soggetti, oltre al coinvolgimento nell’agguato, viene contestata anche l’aggravante del metodo mafioso. I quattro fermati in mattinata sono Giovanni Cefali, 62 anni, Nicolò Cefali, 24 anni, Vincenzo Maranzano, 49 anni, Attanasio Fava, 37 anni. Erano già stati fermati nei giorni scorsi i fratelli Litterio e Pietro Maranzano, di 35 e 21 anni.
L’agguato ai Colombo – vittime del raid – rientrerebbe infatti nell’ambito di una faida di mafia con la famiglia Maranzano. Per gli inquirenti sarebbe “l’ultimo capitolo di vecchi rancori, che hanno trovato l’occasione di una repentina accelerazione nel corso della mattina precedente, quando le vittime avevano avuto una banale quanto accesa discussione con un gruppo di persone, capeggiate dai fratelli Maranzano”.
Emerge che decisiva sarebbe stata decisiva la testimonianza di una donna che (venuta a conoscenza del piano dei Maranzano) avrebbe avvertito le forze dell’ordine già negli istanti precedenti all’agguato, chiamando il 112 e raccontando nomi e dettagli di quanto poi sarebbe accaduto da lì a poco. La donna sarebbe ora sotto protezione.
Il capo della squadra mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti, parla di vera e propria operazione antimafia “perché andiamo a beccare quel sottobosco, che attraverso varie effervescenze, alimenta le famiglie dello Zen. I Maranzano sono noti. Loro speravano in una completa omertà da parte delle vittime che, in effetti, abbiamo all’inizio registrato. Ma c’è anche la testimonianza di una donna coraggiosa che ci ha fornito indicazioni preziose”. Ma le prime dichiarazioni – aggiunge Ruperti – sono state ribadite anche da un’altra testimonianza “che ci ha consentito di eseguire il fermo emesso dalla Procura”.
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