Comune di Palermo, Orlando presenta il Piano di riequilibrio: “No al partito del dissesto”

“Un messaggio di speranza per il futuro di questa città”. Con queste parole il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha presentato in conferenza stampa a Palazzo delle Aquile il Piano di riequilibrio approvato dalla Giunta e che ora sarà proposto al Consiglio Comunale per l’approvazione (entro il 28 dicembre): “Mi auguro di lasciare questo importante contributo. Noi ci assumiamo la responsabilità di questa proposta”, ha affermato il primo cittadino.

Orlando parla di “importante operazione organizzativa e finanziaria” e sottolinea come il Piano (dice) “serve a migliorare l’efficienza della macchina comunale, riorganizzando la riscossione dei tributi”. L’iter prevede che ogni 6 mesi la Corte dei Conti valuti la situazione: ogni semestre si valuterà se attuare il Piano oppure passare alla procedura di dissesto. E proprio su questo punto Orlando dice: “Sono contro il partito del dissesto; se si forma si fa un danno alle prossime amministrazioni, non a me. A pagare sarebbero i cittadini, con manovre lacrime e sangue”.

Proprio sul fronte delle difficoltà economiche, Orlando fa anche il paragone con altre realtà: “Tra le prime cinque città d’Italia, solo Palermo non è in dissesto o è ancora in piano di riequilibrio. La verità è che subiamo le conseguenze del cattivo funzionamento del sistema di riscossione. Riscossione Sicilia è un colabrodo: 200 comuni siciliani non sono in grado di chiudere il bilancio (100 sono già in dissesto o in piano di riequilibrio). Ma i comuni siciliani non hanno debiti, sono in sovraccreditamento. Il fatto che nella legge di bilancio dello Stato si parli di comuni siciliani è il riconoscimento di una crisi di sistema”.

Il sindaco traccia allo stesso tempo anche le stime dei fondi che arriveranno con il decreto fiscale e fa i conti: “Sono stati previsti 150 milioni per i comuni siciliani; il Comune di Palermo ne avrà circa 45. E per quanto riguarda le città capoluogo, la quota del Comune di Palermo è di 25. Il totale fa 70 milioni e 70 milioni è la somma dei crediti di dubbia esigibilità”.

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