Piano per il Sud, Falcone replica al ministro Provenzano: “Servono norme più snelle”
Il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe, Provenzano, rilancia il tema del Sud e della necessità di uno sviluppo in tempi rapidi. Nel corso della trasmissione “Mezz’ora in Più” su Rai 3, Provenzano ha ricordato i numeri: 123 miliardi in 10 anni, di cui 33 per le infrastrutture e 21 miliardi per il prossimo triennio.
“La vera sfida del Piano per il Sud – ha precisato Provenzano – non è stanziare le risorse ma spenderle bene. Questo piano è il frutto di un lavoro condiviso del Governo, non è un frutto della mia mente. La vera novità di questo Piano è nel metodo: abbiamo rafforzato il presidio centrale ma lo mettiamo a servizio degli enti locali. Oggi non si spende perchè non ci sono progetti cantierabili e questo anche perchè la Pubblica amministrazione si è svuotata di competenze che c’erano: oggi abbiamo l’amministrazione più vecchia e povera di competenze. Faremo un fondo di progettazione per gli enti locali che accompagneremo. Questo garantirà l’intero processo e la sua legalità. Per me è giusto mettere le giovani generazioni al servizio della cosa pubblica”.
Alle parole di Provenzano si contrappongono quelle dell’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone: “La Sicilia e l’intero Mezzogiorno chiedono a gran voce non solo fondi per le infrastrutture ma anche e soprattutto norme che snelliscano i complicati iter procedurali per realizzare un’opera, così come sta avvenendo, ad esempio, per la ricostruzione del ponte di Genova. È arrivato il momento che ciascuno faccia la propria parte. Abbiamo letto i dettagli del Piano per il Sud trovando fra le misure annunciate due grandi opere che riguardano la Sicilia: la statale Catania – Ragusa e il raddoppio ferroviario della linea Messina – Catania, fra Giampilieri e Fiumefreddo. Nulla di nuovo, dunque, e per questo occorre soffermarsi su alcuni aspetti della questione”.
“Riguardo la Catania-Ragusa – prosegue Falcone – vorremmo ricordare che l’opera, dopo un lungo tira e molla con Roma, è stata resa possibile dall’impegno del Governo Musumeci a mettere sul tavolo oltre 620 milioni di euro, necessari per sbloccare la strategica e tanto attesa arteria stradale. Il raddoppio Giampilieri – Fiumefreddo, invece, è un’opera concepita e avviata durante il Governo Berlusconi, grazie a uno stanziamento compiuto allora di 2,3 miliardi di euro. Poi, dopo quegli anni, il raddoppio è stato messo da parte. Solo di recente, grazie alla risoluta azione di pressing e approfondimento del Governo Musumeci, l’iter di appaltabilità del raddoppio è progressivamente andato avanti. Tanto che entro giugno procederemo alla pubblicazione del bando di gara”.