“Picchia mio figlio e legge in classe Anna Frank”: maestra sospesa nel catanese

Una maestra di una scuola elementare in provincia di Catania è stata sospesa per due giorni (il 27 e il 28 marzo scorsi) con l’accusa di aver dato uno scappellotto ad un alunno di una classe di terza elementare. Ben più gravi però sono le accuse della madre del ragazzino, che l’accusa anche di un vero e proprio “plagio politico”.

La madre sostiene che il figlio sia stato sottoposto a varie vessazioni: “Picchia mio figlio, lo obbliga a stare in piedi e gli ha fatto saltare la merenda e tratta tematiche politiche in classe con nozioni ‘comuniste'”, afferma la madre dell’alunno che come testimonianza ha mostrato alla dirigente uno scambio di messaggi fra lei e l’insegnante.

Nello scambio di messaggi, la madre accusa la maestra di “plagiare i bambini”, ma anche il dirigente scolastico ha ritenuto tale accusa figlia di una dichiarazione non verificabile (“Non ci possono essere né censure né correzioni”) rimettendo al “giudizio della maestra” se i suoi alunni “abbiano già la coscienza e la consapevolezza necessaria” o se non sia “più opportuno affrontare certi argomenti con alunni un poco più cresciutelli”.

La maestra d’altro canto rigetta tutte le accuse e affida la propria difesa alle parole del suo legale: “Non ha fatto mai politica ha solo letto il Diario di Anna Frank in classe” (fatto che sarebbe avvenuto solo in occasione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio). Il caso è stato denunciato pubblicamente sulla pagina Facebook anche dall’esponente del Pd Mila Spicola, che ha raccolto “la segnalazione in lacrime della collega”.

Sempre nello scambio di messaggi con la madre del ragazzino, però la maestra parla così dello “scappellotto”: “Anche io mi risento quando mi fa sgolare perché non ha studiato o devo rimproverarlo continuamente perché sempre disattento. Lo scappellotto è dato sempre in modo affettuoso, specie se gli ho ripetuto come fare una cosa 10 volte. Non sono la baby sitter. E dovreste interessarvi di più al loro profitto scolastico”. La maestra sostiene che tale messaggio non sia da riferire al giorno dell’accaduto, l’8 febbraio scorso, ma a un’altra data; il dirigente però afferma che l’insegnante “non ha prodotto alcuna prova di ciò che afferma”.

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