Piscitello (Sicilia Nazione): “Autonomia al Nord? Sì, ma a condizione che al Sud…”
“Quando tutti saremo in grado di correre allo stesso modo, allora si potrà dare il via ad una sana e corretta competizione”. L’affermazione è di Rino Piscitello, coordinatore nazionale di Unione dei Sicilia – Sicilia Nazione ed è la conclusione di un ragionamento politico che vede il Movimento essere favorevole a forme di autonomia e di decentramento dei poteri. A condizione che…
“Le regioni del Nord – spiega Piscitello – vogliono l’autonomia sulla base del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione che consente a tutte le regioni non a Statuto speciale “forme e condizioni particolari di autonomia” su alcune specifiche materie. Alcuni pretenderebbero addirittura (e il terzo comma dell’articolo 116 non dice questo) che le tasse versate restassero integralmente o quasi in quelle stesse regioni non versando quindi più nulla allo Stato”.
Tutto ciò, sottolinea Piscitello, “in palese violazione della Costituzione ed in particolare degli articoli 2, 3 e 4, del comma terzo dell’articolo 119” che stabilisce che “la legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante” e del comma quinto dello stesso articolo che stabilisce che “per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni”.
“La Costituzione va attuata per intero e non in sua singola parte – ribadisce Piscitello -, compreso lo Statuto della Regione Siciliana che prevede, cosa finora inattuata, che le tasse versate in Sicilia restino per intero in Sicilia. E allora bene l’autonomia del Nord (nell’interpretazione corretta, ossia su specifiche materie), ma al contempo si deve garantire uguaglianza sociale e infrastrutturale per il Sud. Lo traduco in parole più semplici: nei decenni passati, anche con le tasse dei siciliani e dei meridionali, sono state costruite le infrastrutture e le economie delle regioni del Nord. Oggi lo Stato deve impegnarsi a costruire infrastrutture ed economie del Sud determinando pari opportunità di partenza”.