Polemica sullo “spot” osé al Politeama, botta e risposta fra Piero Pelù e Marianna Caronia
Continua la polemica a mezzo stampa e social sullo “spot” osé al Politeama di Palermo, il caso generato dal post (privato) sui social di Gianna Fratta (attuale direttrice artistica della Foss) per pubblicizzare il concerto con la famosa pianista Marta Argerich, da lei diretto venerdì sera. Dopo le critiche ricevute dalla deputata Ars Marianna Caronia, Fratta è stata difesa dal marito e cantante Piero Pelù, con dichiarazioni pungenti che hanno scatenato una controreplica della parlamentare regionale.
Su Facebook Piero Pelù va al contrattacco: “In seguito alla polemica di bassa lega scatenata da una deputata siciliana eccomi qua davanti al Teatro Politeama di Palermo, dopo un porno halloween con la mia porno moglie-direttrice d’orchestra Gianna Fratta che ha prima accompagnato la più grande porno pianista del mondo mai esistita, Martha Argerich, il superporno pianista Rivera e poi ha diretto la versione più porno-rock de “L’uccello di fuoco” del noto e superdotato porno compositore Igor Stravinskij. Nella politica odierna di bassa lega c’è chi vede pornografia dappertutto ma non si accorge dell’oscena sfilata a Novara dei negazionisti di covid, mask, vax, green pass, cazz e mazz che si paragonano alle vittime dell’olocausto. Lo dico da anni: non sarà la fame ad ucciderci ma l’ignoranza, quella pilotata dalla stanza dei bottoni”.
E Marianna Caronia replica così: “Leggo senza sorpresa la difesa familiare di Piero Pelù nei confronti della direttrice artistica della FOSS che avevo criticato per alcuni toni utilizzati su Facebook per promuovere una diretta streaming su un canale privato. E’ la conferma della grave confusione tra ruolo pubblico e comportamenti privati che caratterizza la guida della Fondazione. Sorvolo qui sulle gratuite offese rivolte a me e al mio ruolo di parlamentare, che qualificano solo chi le ha formulate. Tutto questo è solo la conferma della urgente e improrogabile necessità che il Governo regionale restituisca questa prestigiosa istituzione la sua governance, a meno che non voglia essere complice di queste continue cadute di stile che si ripercuotono sull’immagine della FOSS, offuscando la sua attività culturale e la professionalità di chi vi lavora non meritando questo tipo di dirigenza”.
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