Protesta ex Pip Palermo: lavoratori in corteo. “Su Resais, il governo tace”
Scatterà da lunedì 26 novembre per una settimana lo stato di agitazione dei 2.600 ex Pip del “bacino emergenza Palermo”, che speravano nell’assunzione dal primo gennaio 2019 e nel transito in Resais, che però sembra essere in una fase di stallo; a rischio (per mancanza di fondi) sarebbero anche gli stipendi di novembre e dicembre. Una situazione che porterà in strada i lavoratori, con le dieci sigle sindacali degli ex Pip (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Ugl, Alba, Alpi, Asud, Cisal, Confintesa e Ursas) che aderiranno allo stato di agitazione.
Il parere dei sindacati è fortemente critico e denuncia il silenzio del governo regionale in merito alla questione: “L’amministrazione regionale rischia un’eventuale denuncia per omissione d’atti d’ufficio. L’articolo 64 della legge regionale 8/2018 fissava in sessanta giorni dalla sua promulgazione il termine entro il quale i lavoratori ex Pip avrebbero dovuto optare per transitare alla Resais o per rimanere nello status di sussidiati. Il termine è ampiamente scaduto”.
Il programma prevede due cortei e due sit-in di protesta: martedì 27 alle ore 11 è previsto un corteo da piazza Politeama all’Assemblea regionale siciliana, mercoledì dalle 9 alle 15 si terrà un sit-in sotto la sede del Parlamento siciliano. Il secondo corteo scatterà giovedì mattina alle ore 9 dall’assessorato al Bilancio di via Notarbartolo alla Prefettura, mentre l’ultimo sit-in è previsto venerdì all’Ars per tutta la giornata, dalle ore 9 alle 20.
I sindacati aggiungono: “Entro il mese di luglio scorso Resais avrebbe dovuto avere l’elenco dei lavoratori da dover assumere. Ad oggi nulla di tutto ciò è avvenuto. Il governo regionale continua a ignorare le svariate richieste di incontro inoltrate dalle organizzazioni sindacali e ancora non si è realizzato nessun confronto, come era stato concordato nell’ultima convocazione del 27 settembre in commissione Bilancio, tra sindacati, governo e Resais, per definire le condizioni contrattuali“.