Reddito di cittadinanza, 63% al Sud: Sicilia seconda dopo la Campania
Il Reddito di cittadinanza parla il dialetto meridionale, soprattutto campano e siciliano. I dati dello Svimez parlano chiaro: considerando un Isee di 6mila euro e gli 8 miliardi di stanziamento annunciati, il beneficio andrebbe a 1,8 milioni di famiglie italiane, 63% delle quali residenti al Sud.
Ma, se come affermano i vertici del MS, il parametro Isee dovesse essere calcolato a 9.360 euro, allora la statistica delle famiglie che avrebbero diritto al Reddito di cittadinanza salirebbe a oltre 2,5 di persone e la Sicilia sarebbe seconda dopo la Campania a quota 342.800, in pratica potenzialmente una famiglia su cinque potrebbe accedere alla misura prevista dal Governo.
Il dato delle province vedrebbe Palermo terza con 100.800 famiglie (20,5%), Caltanissetta quarta con 21.400 (19,8%), Catania settima con 80.300 (18%), Agrigento al 13° posto con 27.900 (16,1%), segue Trapani con 26.900 (15,9%), Siracusa diciassettesima con 24.800 (15,3%), Enna al 21° posto con 10.500 famiglie (15,1%), Ragusa con 16.800 (13%) e Messina chiude trentesima con 33.400 (12,1%).
Resta da sciogliere sempre il nodo dei Centri per l’Impiego perché il Reddito di cittadinanza dovrà essere non solo un sussidio ma un metodo per inserirsi nel mondo del lavoro. E qui nascono i problemi. La Sicilia avrà tre mesi di tempo per adeguarsi come personale, tecnologicamente e sotto il profilo logistico di nuovi locali e attrezzature. Ma, in attesa di verificare quale sarà lo stanziamento, i Centri dell’Impiego – finora ampiamente insoddisfacenti sotto tutti i profili – dovrebbero fronteggiare una massa ben più consistente delle circa 90 mila a cui l’Inps aveva già assegnato il Reddito di inclusione (Rei) o la carta Sia. La domanda, a questo punto, è lecita: come ci riuscirà?