Reddito di cittadinanza, l’allarme dei Caf: “Ancora non sappiamo nulla”
Mancano venti giorni all’ora X, ovvero al giorno in cui – mercoledì 6 marzo – sarà possibile fare domanda per il reddito di cittadinanza. Ciò sarà possibile online o presso gli uffici postali o i Caf. Nel frattempo, coloro i quali vorranno accedere alla misura dovranno munirsi di Isee (Indicatore di Situazione Economica Equivalente, inferiore a 9.360 euro annui) e, nel caso di registrazione tramite web, di Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale).
Chi deciderà, quindi, di svolgere la pratica ‘fisicamente’, farà ricorso al proprio Caf di fiducia e, per l’occasione, l’Opinione della Sicilia ha fatto qualche domanda al palermitano Piero Pellerito, ex consigliere di quartiere, pronto ad accogliere le istanze che giungeranno al Centro di Assistenza Fiscale Confsal di piazza Tommaso Natale.
Come sta andando? Richieste?
“È il mantra di ogni cittadino, tutti alla ricerca di requisiti e informazioni sul reddito di cittadinanza, tutti a chiedere informazioni su qualcosa che ancora sembra una ‘istanza fantasma’. Sono mesi che molti utenti si recano presso i nostri uffici, sperando di avere risposte positive su qualcosa che sembra ormai l’obiettivo di ogni cittadino che vive in situazioni di disagio”.
Quali sono le domande più ricorrenti?
“In tanti chiedono se davvero ci saranno opportunità di lavoro, quale sarà la somma spettante… molti hanno la paura che i pochi risparmi raccolti con sacrificio possano rappresentare un ostacolo al reddito, altri cercano di capire quali documenti preparare. Poi c’è chi chiede cosa succederà con il REI (Reddito di Inclusione, n.d.r.). Dalle poche informazioni recuperate sul web, dovrebbero essere revocate tutte le altre forme di assistenza. Mi spiace dovere usare il condizionale ma purtroppo, a poche settimane dal via, non sappiamo cosa dire ai tanti che chiedono queste informazioni”.
Ci sono state direttive chiare su cosa vi aspetta e come preparare le domande?
“Nessuna direttiva. Ad oggi non abbiamo ricevute né circolari operative né guide su come inoltrare le domande. Paradossalmente, nel nostro ufficio, abbiamo aperto una riflessione sull’eventuale opportunità di procedere alla presentazione delle istanze o meno”.
Ma lei cosa ne pensa del Reddito di Cittadinanza?
“Pur essendo un’iniziativa che nasce sotto i migliori auspici, non credo possa dare i risultati sperati. L’attuale situazione economica non consentirà alle imprese di fare assunzioni e nemmeno quota 100 riuscirà a creare quel turn over che il governo immagina. I CPI (Centri per l’impiego, n.d.r.) sono già in grande sofferenza e l’avvio di questo iter rischia di farli esplodere. Per dare avvio a questa misura serviva tempo, un tempo che i politici, viste le imminenti elezioni europee, non possono permettersi. Credo che purtroppo l’unico vero beneficio lo avranno le forze di governo che incasseranno grandi consensi elettorali ma per i destinatari sarà l’ennesima delusione”.