Regionali, Cateno De Luca conferma la candidatura: “Musumeci una sciagura”
Cateno De Luca prepara la sua candidatura alle elezioni regionali. La conferma arriva in una conferenza stampa che il sindaco di Messina e fondatore di Sicilia Vera ha tenuto oggi all’ARS con Danilo Lo Giudice (deputato regionale dello stesso movimento e sindaco di Santa Teresa Riva), nel corso della quale, annunciando l’Assemblea degli amministratori del movimento politico, ha anche lanciato “la fase di organizzazione ed il percorso in vista delle elezioni regionali del 2022”.
De Luca ha sottolineato di essere “già candidato alla Presidenza e di esserlo da tempo con un percorso, anche legato a scadenze istituzionali, che prevede le dimissioni da sindaco di Messina a febbraio”. “Non mi interessa fare politica fine a sé stessa – ha detto De Luca – ma portare a Palazzo d’Orleans la mia esperienza che è quella delle azioni concrete da amministratore pubblico. Un progetto rispetto al quale non ho preclusioni di sorta verso alcuno, ma che sarà basato su un decalogo di metodo e di intenti, che al primo punto avrà l’assoluta incompatibilità con le esperienze di governo di Crocetta e Musumeci: nessuno degli assessori di questi governi potrà avere spazio nella mia squadra”.
Proprio rispetto a Musumeci (pubblicamente invitato a un confronto pubblico in programma a Taormina), De Luca ha chiesto “scusa ai siciliani per averne supportato l’elezione, una vera sciagura per la nostra terra”, ma ora – ha aggiunto – “non sarà consentito a chi ha determinato lo sfascio di tornare sul luogo del delitto, “a partire dall’Assessore Armao Meravigliao, artefice dell’attuale disastrosa situazione del bilancio”.
Da De Luca una “provocazione” anche al presidente dell’Ars Micciché sul tema dell’attuazione delle leggi. Un tema in merito al quale è stato presentato dallo stesso De Luca un documento ufficiale. De Luca lo definisce “un preavviso di sfratto cui l’onorevole Micciché può rispondere battendo un colpo da Presidente del Parlamento, che agisce a tutela di tutti i cittadini, di tutti i territori e soprattutto a tutela della dignità e del lavoro del Parlamento. Un preavviso che, in assenza di segnali concreti non potrà che diventare un avviso di sfratto”.
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