Risoluzione sulle Isole, martedì in Parlamento europeo. Armao: “Rilevante opportunità”

Il prossimo 6 e 7 giugno il Parlamento europeo esaminerà la risoluzione “Isole e politica di coesione: situazione attuale e sfide future”, con la relazione dell’on. Younous Omarjee, che richiede alla Commissione UE un programma specifico ed un “Patto per le isole” con l’obiettivo di ridurre il divario socio-economico tra aree continentali e isole, promuovendo crescita, vivibilità, innovazione, turismo, digitale, biodiversità.

La risoluzione raccoglie istanze di riequilibrio e misure di compensazione richieste dal Comitato europeo delle Regioni e dal Gruppo interregionale per l’insularità, che la Regione Siciliana ha coordinato negli ultimi tre anni, a partire dalla determinazione dei “costi dell’insularità” (che per quest’ultima ammontano ad oltre 6 miliardi di euro).

Gaetano Armao, presidente interguppo Isole del Comitato europeo delle Regioni e Vicepresidente della Regione Siciliana, illustra attraverso una lettera inviata ai parlamentari europei eletti in Italia, che “le regioni insulari europee, periferiche ed ultraperiferiche, hanno una popolazione superiore a 20 milioni di abitanti, distribuiti su circa 2.400 isole appartenenti a 13 paesi, che rappresentano il 4,6% della popolazione dell’UE. Il nostro è il Paese col più alto numero di cittadini insulari d’Europa (oltre 6,5 milioni), e la Sicilia è la più grande tra queste Regioni”.

La risoluzione evidenzierebbe “l’obiettivo di rimettere al centro dell’agenda politica europea sulla coesione la questione insulare e di imporre una nuova parametrazione degli interventi comunitari su fisco, trasporti, ambiente, energia, salute, istruzione e formazione, turismo, migrazioni, sport, rifiuti, ma soprattutto digitale, rafforzando il percorso intrapreso in Italia. Costituisce anche una rilevante opportunità”.

“L’ultima relazione sulla coesione UE, peraltro, se evidenzia la crescita complessiva dell’Unione, segnala, altresì, nuove sfide che occorre affrontare sulla base di strategie e obiettivi definiti, a partire dallo stallo di alcuni territori svantaggiati, tra i quali vi sono proprio le regioni insulari, rimaste indietro ed escluse dai principali sviluppi economici e sociali (“geografia del malcontento”) ed in difficoltà, nonostante le politiche di coesione, a causa della situazione di regressione dei livelli di crescita rispetto alla media europea, che faticano a orientarsi verso un percorso di crescita sostenibile (“trappole dello sviluppo”)”, conclude Armao.

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