Roma blocca il rinnovo di contratto dei dirigenti regionali: legge impugnata dal Governo
Roma dice no alla norma regionale della Sicilia sugli adeguamenti di stipendio ai dirigenti regionali. É l’effetto di una nuova impugnativa decisa dal Governo nazionale nei confronti di una legge regionale siciliana, in questo caso la n. 24 del 24/09/2021 “Disposizioni per il settore della forestazione. Disposizioni varie” (legge in cui è contenuta la norma – già oggetto di rilievi anche della Corte dei Conti – che stanziava quasi un milione di euro per procedere al rinnovo del contratto dei dirigenti; rinnovo atteso da oltre un decennio).
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini – si legge nella nota – ha deliberato di impugnare la legge “in quanto talune disposizioni eccedendo dalle competenze statutarie attribuite alla Regione siciliana dallo Statuto speciale di autonomia, violano gli articoli 81 e 117, terzo comma, della Costituzione, in materia di coordinamento della finanza pubblica.
Tra i commenti, vi sono quelli degli esponenti della Cisl Sicilia: “Ancora una volta viene negato il diritto a un giusto contratto a un’intera categoria di lavoratori. Chiediamo che sia fatta giustizia”. A dirlo è Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia. “La dirigenza della Regione Siciliana – prosegue – anche in un momento in cui è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale per la programmazione e la spesa dei fondi del Pnrr destinati all’Isola, continua a rimanere l’unico comparto della pubblica amministrazione di tutta Italia a non aver ancora avuto rinnovato il contratto 2016-2018 (quindi già scaduto), oltre ad avere perso due bienni economici e dopo un blocco della contrattazione durato più di 15 anni”.
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