“Saguto”, il pm: “Provenzano era al centro del sistema: assunti molti suoi parenti”
La requisitoria del pm Maurizio Bonaccorso nel processo sul cosiddetto “Sistema Saguto” che si celebra a Caltanissetta si è soffermata oggi sulla figura del professore Carmelo Provenzano, giovane docente dell’Università Kore di Enna, che secondo l’accusa rappresenta un punto di riferimento del cosiddetto “sistema Saguto” insieme all’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara.
“Che Carmelo Provenzano sia al centro di tutto emerge da quella che io ho chiamato amministrazione giudiziaria a conduzione familiare – ha detto Bonaccorso -. In un contesto di cinque procedure ricorrevano sempre gli stessi nominativi. Tantissime le persone che venivano assunte nelle amministrazioni giudiziarie tra la cerchia dei familiari e delle amicizie di Provenzano”.
“La moglie, psicologa, Maria Ingrao era stata incaricata di gestire un’azienda di surgelati sequestrata alla mafia. La cognata, Calogera Manta, professoressa di Lettere, si occupava di alcuni immobili dei boss. Hanno intascato dei compensi con un incarico per il quale non avevano neanche il titolo e non facendo comunque nemmeno un giorno di lavoro. Così come il cugino della moglie Giuseppe Ingrao, e la moglie Maria Lia Mantione, assunti nel gruppo surgelati Vetrano. O i nipoti acquisiti Carmelo e Antonio Canalella, anche loro dipendenti della ditta Vetrano”.
Strettamente connessa a Provenzano, come sottolineato dal pm, la figura dell’amministrazione giudiziario Roberto Nicola Santangelo che ricevette cinque incarichi importanti solo perché proposto da Provenzano. Di fatto poi questi incarichi erano gestiti insieme.