Sanità, Castelvetrano protesta contro il depotenziamento dell’ospedale

“La nuova rete ospedaliera siciliana penalizza (solo) Castelvetrano”. È quanto sostenuto dal Comitato civico “Orgoglio castelvetranese” che nella cittadina del trapanese sta portando avanti una campagna contro il piano regionale di riordino delle strutture sanitarie regionali elaborato dall’assessore alla Sanità Ruggero Razza, e che ha sfilato in città per denunciare le conseguenze delle politiche sanitarie regionali e nazionali sul territorio belicino.

L’assetto della nuova rete ospedaliera della Regione inciderebbe fortemente sull’operatività e la funzionalità territoriale dell’ospedale di Castelvetrano, una struttura sanitaria di 48.188 metri quadrati, posta geograficamente al centro della Valle del Belice.

L’assessore Razza, nei giorni scorsi, ha annunciato l’adozione del decreto sulla programmazione della Rete ospedaliera della Regione “come richiesto dal Ministero della Salute”. “Il documento, esattamente come avvenuto in previsione della rete approvata nel 2017 – spiega Razza – recepisce, con un cronoprogramma, le richieste formulate dal Ministero in relazione alla riduzione delle unità complesse, secondo la previsione di rete, nonché sulla rete emergenziale e sui punti nascita”.

Il comitato pro Castelvetrano, però, non ci sta ed ha intenzione di dare battaglia. L’assemblea di cittadini, presieduta da Antonio Colaci, aveva redatto e approvato nel settembre scorso un documento di denuncia “contro la violazione del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana in danno degli abitanti della Valle del Belice”. Un je accuse contro la programmazione regionale che realizzerebbe, secondo i firmatari, “la solita spartizione dei territori da parte delle lobbies partitiche a danno della tutela della sanità pubblica e a vantaggio di limitati interessi localistici”, penalizzando “fortemente l’intero territorio belicino favorendo, in spregio alle norme del Decreto legge Balduzzi n. 158 del 13 settembre 2012, il territorio del Comune di Mazara del Vallo e di altri Comuni a discapito dell’ospedale di Castelvetrano”.

Secondo i rappresentanti, infatti, “tale piano di riordino della rete ospedaliera risulta essere frutto di valutazioni tecnocratiche e burocratiche e viene imposto da decisioni politicamente raggiunte senza che nessuna interlocuzione da parte dell’assessore alla Sanità venga eseguita con gli operatori del settore sanitario, neppure con i suoi rappresentanti sindacali”. Tra le interlocuzioni mancate ci sarebbe innanzitutto quella con le sigle sindacali sanitarie, lamentata ad esempio dall’Intersindacale Medici Sicilia in una comunicazione dell’11 agosto 2018, che avrebbe sottolineato come “l’elaborazione dei modelli organizzativi ed assistenziali della Regione” fosse avvenuta “d’imperio e unilateralmente dall’assessorato”.

In base al nuovo piano di razionalizzazione della rete sanitaria territoriale, l’ospedale di base di Castelvetrano subirà diverse modifiche strutturali e organizzative. È previsto il declassamento da strutture complesse a semplici dei reparti di chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, ginecologia e ostetricia, mentre per altri è atteso il trasferimento in una nuova struttura di Mazara del Vallo. Gli animatori del comitato temono che una simile determinazione andrebbe a svuotare di diversi servizi – fondamentali per i belicini – l’attuale complesso ospedaliero cittadino, pensato all’indomani del grande sisma e ultimato solo nel 1992, affinché potesse essere di supporto ad un territorio indelebilmente segnato.

La struttura, peraltro, negli anni è stata destinataria di ingenti stanziamenti economici che potrebbero essere vani. “Una struttura sanitaria costata oltre 75 miliardi delle vecchie lire per la sua prima installazione avvenuta nel corso di diversi anni, a cui si sono aggiunti nel 2013 costi di interventi per opere strutturali pari ad € 3.389.234,46, più 2 milioni di euro circa sostenuti per il restauro della vecchia struttura dell’ospedale, viene pesantemente minacciata dall’intento distruttivo che promana dal piano di riordino sanitario regionale dell’assessore Razza”.

L’ospedale avrebbe un’utenza totale di oltre 100.000 abitanti, servendo i Comuni di Castelvetrano, Partanna, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Gibellina, Salaparuta, Montevago, Santa Margherita Belice, Poggioreale, Salemi, Calatafimi Segesta, Vita, Menfi e Sambuca di Sicilia, ma – si legge nella denuncia – “nell’attuale nuova rete ospedaliera viene fortemente penalizzato con una drastica riduzione dei posti letto (meno 44 nella proposta iniziale poi ridotti a meno 14 posti letto) a favore dell’Ospedale di Mazara che, pur non avendo le caratteristiche dettate dal Decreto Balduzzi, viene addirittura promosso a DEA di primo livello con appena 51.488 abitanti ed a una distanza di circa 20 Km da un secondo DEA di primo livello, quello di Marsala, che a sua volta dista altri 20 km da quello di Trapani”.

Alle criticità evidenziate si aggiungerebbe infine quella della viabilità, piaga siciliana particolarmente accentuata in alcune zone dell’Isola. “La rete viaria che collega i tanti comuni di cui si è detto a Castelvetrano è in una condizione tale che in situazioni di emergenza/urgenza risulta già abbastanza problematico raggiungere l’ospedale. Molto più rischioso risulterebbe aggiungere, ai già lunghi tempi di trasferimento, i tempi di maggiore percorrenza risultanti dalla necessità di raggiungere Mazara del Vallo”.

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