Scandalo dati Covid, venerdì gli interrogatori. E spuntano altre intercettazioni
Il gip di Trapani interrogherà venerdì i tre arrestati per il caso della presunta falsificazione dei dati Covid in Sicilia (la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica Emilio Madonia) ma nel frattempo emerge un nuovo retroscena dalle carte dell’inchiesta, per la quale ed è indagato (tra gli altri) anche l’ex assessore alla Salute Ruggero Razza.
Ci sarebbero infatti anche 180 decessi per Covid risalenti al 2020 ma “spalmati” sul 2021: le morti risalirebbero al periodo del primo lockdown (marzo e aprile 2020) ma sarebbero stato comunicate agli uffici solo successivamente. Secondo il gip, Di Liberti e Salvatore Cusimano (dipendente regionale e suo stretto collaboratore) avrebbero deciso di “spalmare” questi morti nell’arco di vari bollettini giornalieri, aumentando di volta in volta il numero di persone effettivamente decedute nelle varie giornate.
In una conversazione del 19 marzo 2021, Giuseppe Rappa, dipendente dell’Asp di Palermo, chiama la Di Liberti per avere indicazioni sul come procedere, perché (afferma) “oggi ci sono solo 4 soggetti deceduti”. “Quanti sono in totale oggi?”, chiede la Di Liberti. E Rappa ribadisce: “In totale oggi nei presidi ospedalieri sono 4. Però finendo questi, ci rimangono che abbiamo 27 deceduti che sono misti tra domicilio e ospedali”. La Di Liberti allora propone: “Eh.. cominciate a metterne qualche altro per arrivare a 15.. e recuperiamo qualcuno dei vecchi”. Rappa ribatte: “Ma sono vecchi nel senso che risalgono a marzo – aprile dell’anno scorso (2020 ndr.)”. “Addirittura!… – dice la Di Liberti irritata – oggi ne aggiungete un 10 e basta”.
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