Schiave nei campi del Ragusano, al via il processo per tratta di donne rumene
Cinque uomini compariranno in tribunale domani, venerdì 12 aprile, perché dovranno rispondere di traffico di donne in Romania dopo un’inchiesta pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian. Gli uomini, tutti rumeni, sono accusati di traffico di almeno sette donne in Sicilia, costrette a lavorare nelle serre di Ragusa per pochi spiccioli e a prostituirsi. Il processo sarà il primo in Italia che si concentrerà sulla tratta di esseri umani in relazione allo sfruttamento del lavoro.
Gli accusati sono stati arrestati nel giugno dello scorso anno a seguito di un’operazione della Polizia che ha scoperto il traffico di donne tra la Romania e la Sicilia, costringendole a vivere in condizioni di schiavitù nell’Isola. Le donne venivano persuase a trasferirsi in Italia previa la promessa di posti di lavoro e alloggi decenti. Invece, venivano immediatamente portate a lavorare nei campi dove si coltivano i pomodori, anche senza ricevere un compenso.
Le donne erano costrette a vivere in piccole baracche senza riscaldamento e costrette a indossare abiti presi dalla spazzatura. La polizia ha raccontato di avere trovato le donne in case fatiscenti a cui veniva dato cibo marcio, picchiate e costrette a prostituirsi.
Nel marzo dello scorso anno, il Guardian ha rivelato che fino a 5mila donne rumene sono state costrette a lavorare nelle fattorie del Ragusano. Le vittime hanno dichiarato di essere state sottoposte a ripetuti abusi sessuali e obbligate a lavorare 12 ore al giorno a temperature estreme senza neanche l’acqua da bere. Si sono anche lamentate del mancato pagamento dei compensi e di essere costrette a vivere in condizioni degradanti e non igieniche.
Una settimana dopo la pubblicazione dell’inchiesta, una delegazione di ministri rumeni ha incontrato rappresentanti provinciali e organizzazioni per i diritti dei migranti a Ragusa per discutere della situazione. Il governo rumeno ha accettato di collaborare con le autorità italiane per bloccare gli abusi.