Scuole di specializzazione per giovani medici, botta e risposta tra Faraone e Razza

Botta e risposta sulla Sanità siciliana tra il segretario regionale del Pd Davide Faraone e l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza. La polemica è stata innescata da una lettera aperta di Faraone che contesta alcune posizioni del Governo Musumeci, etichettandole come “scemenze”, e suggerendo investimenti sulle scuole di specializzazione con una corretta programmazione.

Faraone scrive: “I reparti ospedalieri rischiano di chiudere per mancanza di personale medico, il presidente della Regione Musumeci propone di abolire il numero chiuso in medicina e l’assessore alla salute Razza pensa di richiamare in servizio i medici in pensione o allungare l’attività di chi si appresta alla quiescenza. Due perfette scemenze. Dire abolire il numero chiuso fa molto figo ed è tanto demagogico, non ci sarebbero le strutture e poi non ha senso formare molti più medici rispetto al fabbisogno. Si formerebbero disoccupati più che operatori della sanità”.

“Richiamare in servizio i medici pensionati – prosegue Faraone – è uno schiaffo a quei ragazzi che hanno studiato e sono pronti per lavorare e non possono invece fare concorsi pubblici. In Italia ed in Sicilia non mancano i medici, manca un adeguato numero di medici con la formazione post laurea. Basterebbe che Musumeci e Razza ed il governo nazionale investissero sulle scuole di specializzazione con una corretta programmazione che rispecchi i fabbisogni regionali. I nostri governi avevano aumentato notevolmente i numeri, basterebbe proseguire in quella direzione. E poi basterebbe fare le assunzioni dei medici che i governi Renzi e Gentiloni avevano autorizzato già nella passata legislatura. Si darebbe la possibilità ai giovani e bravi medici di lavorare in Sicilia senza essere costretti a lavorare fuori ed alla Sicilia di evitare reparti ospedalieri chiusi per mancanza di medici”.

La risposta di Ruggero Razza, carica di ironia, arriva a stretto giro di posta sul proprio profilo Facebook.

“In Italia e in Sicilia non mancano medici. Parola di Faraone. E non siamo su scherzi a parte. Non ho capito se il latore di una lettera aperta sulla sanità sia il Davide Faraone che è stato sottosegretario alla Salute e, poi, all’Università. E non mi occupo del Davide Faraone per cinque anni al governo dell’Italia e della Sicilia. Deve esserci, infatti, un caso di pluri omonimia. Il latore della odierna lettera sullo stato della sanità siciliana, infatti, non può essere lo stesso che ha avuto ruoli di così grande responsabilità. Non ci credo. Anche perché, ma questo lo voglio solo sperare, sarebbe assai singolare che mentre tutta Italia lamenta la mancanza di medici, giunge dalle rive della più bella periferia dell’Impero, il grido di un sognatore, dal volto del condottiero: cosa dite tutti? Che in Sicilia e in Italia non ci sono medici! E come vi permettete di raccontare il falso?”

“Tutti appassionatamente, infatti, denunciano la carenza di professionisti in generale (anche per l’incombere di ‘quota cento’) e di specialisti in particolare. Tutti. Meno uno. Che, e qui il sospetto si fa realtà, probabilmente coincide nella stessa persona che da sottosegretario, prima alla Salute e poi al Miur, avrebbe potuto incidere con atti di programmazione e, ad esempio, essere promotore dell’aumento delle borse di specializzazione fino alla copertura del fabbisogno reale. E invece? Quante migliaia di giovani laureati in medicina nei cinque anni di governo Pd non hanno potuto ricevere formazione post laurea? Risposta: migliaia. Tutto ha un limite. Anche la demagogia che per darsi un tono non può violentare parole come “futuro dei giovani”, utilizzandole nel vano tentativo di recuperare credibilità attraverso la dissimulazione, che non è solo falsa rappresentazione della realtà, ma dolosa copertura della inadeguatezza della propria stagione di governo.
Consiglio non richiesto: quando si abbaia ogni giorno alla luna, essa non smette di illuminare la notte”.

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