Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. Arrestata la comandante Rackete

Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. Arrestata la comandante Rackete / VIDEO

Nuova giornata “bollente” sul fronte della Sea Watch. La comandante Carola Rackete è in stato d’arresto. L’accusa nei suoi confronti è violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, che prevede una pena dai tre ai 10 anni di reclusione. La comandante ha deciso di entrare nel porto dell’isola nonostante la mancanza di autorizzazioni da parte delle autorità. “Basta, dopo 16 giorni entriamo in porto”, ha scritto la ong su Twitter.

“Non avevamo scelta, al comandante, iscritto nel registro degli indagati, non è stata data nessuna soluzione di fronte a uno stato di necessità dichiarato trentasei ore fa e quindi era sua responsabilità portare queste persone in salvo”. Così la portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi, ha commentato la scelta della comandante della nave, Carola Rackete, di entrare in porto. “La violazione – ha aggiunto Linardi – è stata non del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni”.

In nottata è iniziato lo sbarco dei 40 migrati a bordo della Sea Watch. Prima di sbarcare dalla nave i migranti hanno salutato e abbracciato i volontari della ong che in queste due settimane li hanno assistiti. Una delle motovedette della GdF, speronata dalla Sea Watch, è stata seriamente danneggiata e dovrà essere riparata in cantiere.

Prima di attraccare, una motovedetta della Guardia di Finanza ha tentato più volte di impedire l’ormeggio fino a quando si è dovuta sfilare per non rimanere incastrata fra la Sea Watch e la banchina. Dopo le operazioni di sbarco dei migranti decine di militari della GdF hanno preso di fatto il comando della nave portandola fuori dal porto.

La Rackete potrebbe essere processata per direttissima (arrestata in flagranza di reato) e potrebbe esserle contestato anche il tentato speronamento della motovedetta. La Capitana andrà agli arresti domiciliari, decisi dalla Procura di Agrigento che la accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio. La donna avrebbe “chiesto scusa” dopo il suo arresto da parte dei finanzieri, che l’hanno trattenuta fino alle 9 del mattino nell’ufficio del comandante: durante la sua permanenza in caserma, Carola non è stata sentita; l’interrogatorio di garanzia è previsto nei prossimi giorni.

“Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti”, ha commentato il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio.

Durissimo il commento del ministro dell’Interno Salvini. “Comportamento criminale della comandante della Sea Watch, che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l’ex ministro dei trasporti: incredibile”.

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