Sea Watch, Carola Rackete è libera. Orlando esulta, Salvini furioso. L’ordinanza del Gip
Nella serata di martedì arriva la decisione, forse anche un po’ a sorpresa, del gip di Agrigento: non viene convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch Carola Rackete. La donna è libera. E in pochi minuti la notizia fa il girto dell’Europa, scatenando ovviamente reazioni diverse.
A Palermo l’annuncio è stato dato dal sindaco Orlando, con toni trionfalistici mentre una piccola folla davanti all’ingresso del porto stava manifestando a sostegno della “Capitana”. Orlando ha detto di aspettare Carola a Palermo e le verrà conferita la cittadinanza onoraria.
Di segno contrario la reazione del ministro Salvini: “Mi aspettavo pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani, evidentemente sbagliavo. Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera”. Salvini comunque annuncia un provvedimento di espulsione per la Rackete. “Tornerà nella sua Germania, dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi”. L’allontanamento non potrà avvenire prima del 9 luglio.
Clima di festa tra l’equipaggio della nave Ong. Con un tweet la Sea Watch ha annunciato: “La nostra Carola è libera. Siamo sollevati, non c’era motivo per lei di essere arrestata, dato che aveva solo fatto una campagna per i diritti umani nel Mediterraneo e assunto responsabilità laddove nessun governo europeo lo aveva fatto”.
Salvini ritiene che le leggi non siano state applicate ma interpretate. Secondo quanto scrive nella sua ordinanza il Gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, “la decisione assunta dal comandante di Sea Watch risulta conforme alle raccomandazioni del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa e a recenti pronunciamenti giurisprudenziali. I porti di Malta venivano esclusi perché più distanti e quelli tunisini perché, secondo la sua stessa valutazione, ‘in Tunisia non ci sono porti sicuri”, spiega il giudice riferendosi alla scelta della comandante di fare rotta verso Lampedusa. Le valutazioni della trentunenne tedesca sono condivise dal giudice secondo cui “Malta non ha accettato le previsioni che derivano dalle modifiche alla convenzione Sar del 2004”. I porti tunisini, inoltre, secondo quanto deciso dal comandante Rackete, non sono stati ritenuti “conformi alla convenzione di Amburgo”. Il giudice sottolinea che la scelta è stata presa “avvalendosi della consulenza dei suoi legali”.