Crisi dei rifiuti in Sicilia, gli esperti: “Si punti sul riciclo. Ok ai termovalorizzatori”
Si è tenuto oggi il seminario “Gestione dei rifiuti in Sicilia: come uscire dalla crisi?” organizzato alla Facoltà di ingegneria dall’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica (AIDIC), insieme alle Università di Palermo, Salerno e Catania, all’Associazione Ingegneria Ambiente e Territorio e all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo.
Un convegno che ha l’obiettivo di “sfatare una serie di falsi miti legati al tema dei rifiuti, a partire dal fatto che non si può riciclare tutto perché ci sono dei limiti tecnici e poi, soprattutto, che non è possibile parlare di “rifiuti zero” perché ci sono sempre degli scarti che vanno gestiti”.
Giuseppe Caputo, docente di ingegneria chimica all’Università di Palermo e coordinatore siciliano dell’Associazione degli Ingegneri Chimici, spiega che “i termovalorizzatori sono certamente una delle soluzioni in campo, ma l’errore da evitare è quello di considerarli come l’unica soluzione. Quello che serve è un approccio tecnico e scientifico, libero da condizionamenti ideologici”.
La Sicilia è ancora lontana dai dati nazionali, con le due principali città metropolitane, Catania e Palermo, ferme al di sotto del 20% e milioni di tonnellate di rifiuti che ancora vengono conferiti in discarica. “È urgente acquisire una visione strategica a livello politico ed economico, rinunciando alle pericolose illusioni che portano spesso ad un immediato consenso ma si rivelano poi la premessa o la concausa di ritardi, inefficienze ed emergenze ripetute”.
“Per rendere concreto anche in Sicilia un vero ciclo integrato dei rifiuti è necessario ricorrere a buone pratiche, prima fra tutte quella di far comprendere ai cittadini che il “rifiuto” non è appunto un rifiuto da abbandonare ma una risorsa da valorizzare attraverso le tecnologie più moderne ed opportune”, ha concluso Caputo.
IL BOLLETTINO NAZIONALE DEL 7 MARZO 2022