Sicilia, cartellino “arancione”: la Regione paga l’incompetenza di chi governa la sanità

La Sicilia classificata arancione. Questo viene fuori dalla lettura incrociata di 21 indicatori. Troppo facile banalizzare se il rischio di epidemia dipenda solo dal numero di contagiati: in questo caso la Sicilia starebbe molto meglio di altre regioni (e molti “giocano” in queste ore su questa disinformazione).

Il rischio, richiamato dal Dpcm nazionale, riguarda la capacità del sistema sanitario regionale di far fronte all’epidemia, salvaguardando i cittadini. E qui purtroppo il verdetto è chiaro: NO.

Se ci fosse stato un indicatore in più a rappresentare se la Sicilia è capace a parole di immaginare scenari immaginifici allora saremmo stati colorati di “verde”. Se ci fosse un indicatore a misurare la Regione più reattiva nel rimpallo di responsabilità, saremmo in zona “verde”. Se si potesse misurare dai social la reattività di un sistema, allora potremmo battercela solo con la Campania. Se ci fosse un indicatore a rappresentare se la Regione dimostra maggiore schizofrenia nel fare ordinanze contraddittorie invece di chiudersi da marzo scorso ad affrontare con competenza e lucidità quello che aspetta al palo da sempre ovvero l’applicazione di un serio piano di contrasto alle pandemie (plurale !) e avesse già dalla scorsa primavera approntato la revisione dei posti in terapia intensiva (annunciata solo ieri !) oggi saremmo la Regione più virtuosa d’Italia.

Ed invece no, siamo arancioni. E ci è andata bene perché potevamo anche essere zona rossa. E possiamo diventarlo, se alle parole di protesta ed ai comunicati stampa non seguiranno fatti consequenziali da parte chi si è assunto la responsabilità di governare. E lo diventerà se tutti noi cittadini non assumeremo, come regola, comportamenti responsabili e non applicheremo in modo serio le misure per contenere il contagio e allentare la pressione su un sistema sanitario che purtroppo non ha ancora gli anticorpi per resistere alla crisi. Nè quella sanitaria né quella economica.

Basta leggere con attenzione i criteri di classificazione delle regioni: basta una lettura al documento per capire che dei 21 criteri di valutazione sono solo pochissimi quelli che attengono direttamente al virus ed alla sua capacità di diffondersi e di provocare la malattia. Gli altri riguardano la capacità del sistema sanitario di reagire. Riguardano cioè le capacità politiche di fare scelte oculate ed intelligenti, che siano efficaci, coerenti con la situazione. Scelte utili alla Sicilia ed ai siciliani.

I parametri riguardano le capacità organizzative del sistema sanitario, le capacità di monitoraggio, le capacità di diagnostica preventiva, le capacità di gestione dei contatti, le capacità di rapido intervento ad adeguare le strutture sanitarie rendendo disponibili posti letti in terapia intensiva, la capacità di far convivere l’emergenza sanitaria del Covid con tutte le altre patologie che richiedono disponibilità di strutture sanitarie, di diagnostica e di posti in terapia intensiva (i posti in terapia intensiva non possono essere saturati solo dai pazienti Covid, non possono essere dimensionati solo per il Covid, perché necessitano per tante altre occorrenze, alcune delle quali non stimabili ex ante, se non nella loro prevedibilità come i traumi cranici), capacità dei nostri Pronto Soccorso di reggere l’urto. Capacità che evidentemente la Sicilia non ha dimostrato.

La Sicilia paga l’incompetenza. E l’indifferenza ad un sistema dove non sempre e forse mai ha pagato il merito, la competenza, la congruenza delle scelte, l’appropriatezza delle scelte. Adesso paghiamo il conto! Solo che lo paghiamo noi cittadini. Che anche stavolta ce la prenderemo con lo spirito da Calimero che tutto assolve, scaricando ad altri la responsabilità di discriminarci perché siamo stati indifferenti ed abbiamo tollerato. Preferiamo etichettarci come penalizzati perché siamo vittime di una baruffa tra Roma e la Sicilia. Perché siamo piccoli e neri. E non perché siamo mal governati.

Speriamo che questo cartellino arancione ci faccia reagire. Come meritiamo noi siciliani! Non rassegniamoci al lamento e non cediamo diventando vittime dei rimpalli di responsabilità.
Pretendiamo di diventare una regione dove la sanità sia di eccellenza. Dove la competenza ha valore. Dove il contrasto alle epidemie sia realtà. Pretendiamo di diventare una Regione in cima alle classifiche di buona sanità.

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