I sindaci siciliani durante la manifestazione di protesta a Roma

Sicilia, c’è il “no” al terzo mandato per i sindaci: rinviati anche gli aumenti di stipendio

Sembrava praticamente tutto fatto e invece è arrivato un rinvio nella seduta all’Ars in cui si è discusso l’aumento degli stipendi ai sindaci siciliani (e a cascata per assessori e consiglieri) e la possibilità di proseguire con il terzo mandato. E la seconda tematica – quella principale – ha fatto “cappottare” la prima.

O meglio, sono stati i “no” del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e del presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché che hanno avuto effetto sulla decisione di aumentare gli stipendi che ormai sembrava quasi conclamata.

Invece Micciché ha frenato sul terzo mandato, tecnicamente anche per non cambiare le regole del gioco a meno di tre mesi dalla scadenza elettorale ma forse anche per una scelta politica, per evitare probabilmente qualche possibile ricandidatura a sindaco di personaggi già alla fine del secondo mandato. E ciò che sembrava una formalità si è risolto in un nulla di fatto, visto che l’emendamento sugli stipendi era inserito nel ddl. In verità, ieri lo stesso Musumeci aveva spinto affinché la norma entrasse in gioco dal 2023.

Giuseppe Lupo, capogruppo Pd all’Ars, ha esortato il presidente del’Ars ad “accogliere la richiesta di un immediato incontro avanzata dall’Anci per varare una norma sulla parità di indennità tra i sindaci siciliani e quelli del resto d’Italia, e sul terzo mandato per i comuni fino a 15.000 abitanti: se c’è la volontà politica, si può approvare in tempo per le prossime elezioni amministrative”.

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