Sicilia, piano rifiuti “sospeso” dal Cga. Barbagallo (Pd): “Non sta in piedi, è da riscrivere”
I rilievi del Consiglio di Giustizia Amministrativa sul “Piano rifiuti” della Regione siciliana, con sospensione e rinvio del proprio parere, scatenano l’ira del segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo che da oltre due anni critica il Governo Musumeci per le scelte di un piano che “non sta in piedi ed è irricevibile non solo per questioni di opportunità e di merito ma anche di legittimità”, facendo riferimento alla “vischiosità normativa” rilevata dai giudici amministrativi.
“La Regione – prosegue Barbagallo – ha perso due anni proponendo il solito fumo negli occhi: un documento incompleto, una fotografia dell’esistente che non entra nel merito delle questioni. Ad esempio, per quanto riguarda la raccolta differenziata non dice come si intendano raggiungere gli obiettivi fissati, non c’è una analisi del fenomeno, non si individuano gli impianti e non si è tenuto conto del fabbisogno dei singoli territori. Senza considerare che si fa riferimento a tecnologie come le discariche già vetuste”.
“Ancora una volta ci troviamo a denunciare la presenza di ‘yesmen’, in seno alle commissioni parlamentari e tecniche, pronti a battere i tacchi davanti agli ordini del capo, approvando atti senza capo né coda, con imboscate e colpi di mano, incuranti di quanto da più parti, Pd in testa, è stato segnalato in ogni sede. E’ chiaro che il Piano va riscritto, anche in base alle indicazioni del Cga e deve ritornare non solo in commissione parlamentare ma anche nelle apposite commissioni chiamate per legge ad esprimere i pareri di competenza e dove auspichiamo che la ‘discrezionalità tecnica’ sia esercitata con parsimonia ed a tutela dell’interesse pubblico”.
Commenti critici anche da Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia: “Ennesimo fallimento della politica regionale, un disastro annunciato. Le discariche sono quasi sature, la raccolta differenziata è al palo e non si autorizzano con mille scuse gli impianti per gestire l’umido. Nella sentenza di bocciatura, il Cga sottolinea sostanzialmente la mancanza di una lineare visione giuridica della vicenda e la difficoltà a trovare le norme prescrittive che si confondono con quelle descrittive e, ancora, che l’opera di pianificazione non è completa. Come ho detto in Commissione Ambiente dell’Ars, si tratta di un piano parziale, vecchio almeno di 3 anni, visto che i pochi dati, gli scenari e le previsioni contenute sono del 2018; è totalmente assente la programmazione; non individua gli ambiti territoriali ottimali per la gestione; non dice una parola sulla necessità di ridurre la produzione di rifiuti; non dice nulla su quali impianti servono e dove realizzarli”.
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